L’eccidio di Roccagorga
di Cora Craus –
Il libro di Eleonora Piccaro “L’eccidio di Roccagorga” (ed. Atlantide – pag. 174 – € 15) è una bella conversazione di e con la Storia. Dove la storia con la S maiuscola s’incrocia con le storie minime, con la vita, il sudore, la fatica, le speranze, le paure, i soprusi quotidiani patiti da persone comuni, le persone della strada: tutti noi. Un libro, un saggio storico ben strutturato, con una narrazione fluida che conquista la curiosità del lettore. Abbiamo molto apprezzato le numerose e dettagliate note a margine e la buona bibliografia.
Il titolo anticipa chiaramente il contenuto: l’eccidio di Roccagorga, un terribile fatto di sangue avvenuto sul territorio pontino innestato dalla cattiva politica, dalle ruberie dell’amministrazione del piccolo centro, dalla miserabilità della “sanità pubblica” ovvero il medico condotto; un sanguinoso avvenimento politico che fa parte della Storia d’Italia.
Il vergognoso eccidio suscitò l’interesse di tutta la stampa italiana, siamo nel 1913, si distinse per partecipazione e veemenza il quotidiano “L’Avanti”, allora, autorevole giornale socialista diretto da Benito Mussolini, che si occupò personalmente della vicenda e fu lui, per la prima volta, a coniare il termine “Assassinio di Stato” in un celebre articolo del 7 gennaio del 1913. Purtroppo, anni dopo, fu lui stesso, come capo del Governo fascista, a perpetrare un altro assassinio di Stato, quello contro Giacomo Matteotti.
Benché, ad oltre un secolo di distanza, permangano ombre, lati oscuri sui fatti e gli antefatti dell’eccidio, non si può negare che esso, come racconta l’autrice, fu proprio un freddo e vigliacco assassinio di Stato: “Si lanciarono alla carica contro i manifestanti al grido di: “Savoia!”, gridato dal tenente e ripetuto rabbiosamente dai militi. Il gruppo dei dimostranti, spaventato, si dà alla fuga. È a questo punto che il tenente Gregori ordina di aprire il fuoco. Fu un fuoco di plotone, secco e compatto”. […] “Le autopsie sosterranno che tutte le vittime furono uccise, colpite alla schiena da colpi di arma da fuoco, mentre fuggivano”.
Tra la vittime vi furono due donne e un bambino di cinque anni.
A guidare la manifestazione di quel 6 gennaio fu una donna, Albina Sacchetti, con la bandiera della Società Agricola Savoia. Una società nata nell’ambito della tradizione delle Società di Mutuo Soccorso. Di queste realtà sociali, vere e proprie antesignane delle varie Inail, Inps, Eleonora Piccaro ne traccia una breve ma significativa sintesi.
In seguito ai fatti di Roccagorga il giornalista, il direttore Benito Mussolini, fu colui che aprì le pagine del “L’Avanti ai sindacalisti rivoluzionari”. Scriverà, a tal proposito, ne “La questione meridionale”, Antonio Gramsci: “L’Avanti, diretto dal Mussolini … si viene trasformando in una palestra per gli scrittori sindacalisti e meridionalisti”.
L’eccidio di Roccagorga segnò una tappa importante nello sviluppo della coscienza civile e sociale di un popolo, quello italiano, che voleva scrollarsi di dosso lo status di plebe e conquistare quello di cittadino.