Quello che (alcuni) latinensi non sanno: Arianna Pappone, a 17 anni è il presente e il futuro del fioretto
di Marina Bassano –
Ne parlano in pochi, ma la città regala da lungo tempo al mondo della scherma pezzi da novanta. Arianna Pappone ha solo 17 anni ed ha già raggiunto traguardi internazionali di rilievo. Figlia d’arte, il padre Gianni Pappone è un’istituzione della scherma del capoluogo pontino, tra i fondatori del Centro Scherma Latina, e la diciassettenne non poteva che salire in pedana già da piccolissima, seguita fin dalle prime stoccate in pedana proprio dal padre.
“La scelta della specialità del fioretto è stata naturale, mio papà ha sempre insegnato fioretto e in famiglia hanno fatto tutti fioretto. Essere allenati dal padre ha dei lati positivi e negativi, alle volte è difficile tenere separato il rapporto tra allievo e allenatore e quello tra padre e figlia. Ci troviamo spesso a litigare, ma alla fine il fatto di potermi allenarmi più di frequente, mi spinge di più a impegnarmi. Inoltre mi conosce alla perfezione sia fuori che in pedana e senza di lui non so come farei. E’ sempre presente anche nelle mie gare all’estero; nelle trasferte più importanti al mondiale ad esempio, ufficialmente c’è un altro maestro a fondo pedana ma lui c’è sempre. Sono stata sempre seguita da lui quindi trovarmi con un altro maestro in pedana in una gara importante non sarebbe semplice”.
Arianna frequenta il liceo classico, un percorso “tosto” come giustamente ci dice lei; tra allenamenti, gare e trasferte resta poco spazio per il resto, ma lo spirito della fiorettista la dice lunga sul suo modo di affrontare la sua impegnativa passione:
“Dopo la scuola studio e vado ad allenamento, dalle 19 fino alle 22 circa; alcuni giorni mi alleno a Frascati e in quel caso i tempi sono ovviamente più lunghi. Lo faccio con piacere, è una soddisfazione essere ripagati con i risultati. La società di riferimento con la quale gareggio è quella di Frascati, perché è una delle sale più frequentate d’Italia, ha molti più atleti con i quali allenarmi, perciò per un allenamento più intenso vado lì. Mi piacerebbe che a Latina ci fosse quello stesso contesto, considerando che qui la palestra è la mia casa, è un ambiente che conosco come le mie tasche, conosco tutti e mi trovo bene con tutti. La struttura qui nel complesso va bene, non è grandissima ma ha abbastanza pedane. In questo periodo sono più libera, ma quest’inverno avevo gare ogni fine settimana, e quindi il tempo a disposizione era pochissimo, era molto stressante. La stagione, che dura da settembre fino a giugno con i campionati italiani, era iniziata non benissimo: potevo fare di meglio in Italia, ma poi mi sono riscattata all’estero”.
Una stagione che in effetti porta un continuo di piazzamenti e vittorie importanti nel circuito internazionale: secondo posto all’europeo under 17, terzo posto a squadre sempre all’europeo, al campionato del mediterraneo un primo posto individuale under 17, un primo posto a squadre e un argento individuale under 20, sesto piazzamento in coppa del mondo under 20, quinto posto al circuito europeo under 17.
“Quando sono fuori dall’Italia, trattandosi di gare più impegnative, non penso al risultato e ho la mente più libera. Penso solo a fare al meglio le cose che so fare, e il resto viene da sé, sono in un certo senso più rilassata. Ora in programma c’è il 7 maggio la Coppa Italia che è assoluta, e i campionati italiani a metà maggio. Spero con queste due competizioni di riscattare le precedenti apparizioni italiane, alla fine penserò solo a tirare bene. La stagione è stata positiva, perciò ora prendo tutto quello che viene come positivo”.
Una carriera che già a quest’età dice molto di Arianna, della sua determinazione e del suo talento:
“La prima gara che ho vinto a livello nazionale under 14 è stata emozionantissima, era la prima volta che arrivavo anche solo nei primi 8 in una competizione nazionale, ero uno scricciolo e la gara mi sembrava molto più grande di me, ma ce l’ho fatta”.
Uno sport la scherma che richiede una particolare dose di tenuta mentale, elemento determinante più che in altre discipline:
“Serve tanta testa e impegno, ci sono molte persone brave che fanno di tutto, sono le prime ad entrare in palestre e le ultime ad uscire, fanno dei viaggi lunghissimi per allenarsi. In gara bisogna avere la testa per non mollare mai, anche se si sta perdendo, perchè c’è sempre la possibilità di ribaltare la situazione. Il talento naturale è ovviamente necessario, devi essere in un certo modo predisposto. In pedana le difficoltà sono tante, è uno sport che ha un forte impatto psicologico, si può essere tecnicamente molto bravi però in gara ci si trova a dover affrontare prima di tutto le proprie emozioni e a doverle gestire e questo è molto difficile. Se non ti sai controllare non riesci a gestire né te né l’avversario. Nella vita questo aspetto mi ha aiutato tantissimo, ho imparato a gestire le emozioni, sono molto più serena e tranquilla, ad esempio con la scuola mi aiuta nelle interrogazioni, a restare calma e a tenere l’ansia da parte”.
L’aspetto psicologico è fondamentale e amplificato nelle gare di squadra e Arianna infatti ci confessa quali sono le gare in cui si trova più a suo agio e perché:
“Sinceramente preferisco gareggiare individualmente, in squadra sento il peso delle altre sulle spalle, di dover dare il massimo ad ogni costo per non deludere il resto della squadra; diversamente nelle gare singole posso sfruttare tutte le mia capacità sapendo che se perdo è colpa mia ma non sono stata un danno per nessun altro”.
Il mondo italiano della scherma è famoso nel mondo per i suoi talenti, che hanno dato lustro a questo sport a livello internazionale:
“ Tra i punti di riferimento c’è sicuramente Valentina Vezzali che ha appena fatto la sua ultimo mondiale ed è stata immensa, ha vinto tutto quello che si poteva vincere e non può non essere presa come un modello importante. E’ stato un onore per me in una gara ufficiale, quando avevo 14 anni e mi ero qualificata per la mia prima gara di assoluti, fare la sua stessa gara, se ci penso trovo ancora che sia una cosa indescrivibile. Oltre a lei c’è sicuramente Valentina Cipriani (altro talento della nostra terra ndr), mia cugina che gareggia con l’aeronautica, che ho sempre ammirato tantissimo”.
Una ragazza che sa il fatto suo già da ora, che riesce a far venire fuori dalla sua timidezza la passione infinita che va oltre la fatica e i sacrifici, che con le parole anche semplici di una diciassettenne, riesce a farti vedere il suo mondo, e quando succede questo c’è poco da aggiungere:
“Questo sport è in grado di regalarti tante emozioni , ma bisogna saperlo apprezzare; è un sport particolare, per le amicizie, per l’ambiente e per la strategia, ti fa entrare in un mondo che se ti prende nel modo giusto è qualcosa di bellissimo. Anche io che nell’agonismo ho sempre sofferto la competizione e ne sono sempre stata pressata, posso dire con assoluta certezza che ne vale sempre davvero la pena”.