Da “Dove volete andare?” a “Piove, governo ladro”. E’ così che la vedo io.
di Luca Gliozzi –
La storia iniziò con un generico “Dove volete andare?”. Latina Bene Comune aveva pochissime chance di vittoria, e dalle valutazioni dell’esperto establishment politico ed intellettuale di Latina, le possibilità di Damiano Coletta di diventare sindaco erano minime. Il tempo passava, il movimento prendeva quota, e le voci del coro divenivano sempre più impaurite, ed assumevano un minor tono di scherno. “Siete inesperti!”, il nuovo giudizio, la nuova sentenza dei lupi di mare della politica. Avevano paura, ed avevano ragione. Il 19 Giugno Coletta è diventato sindaco, ed oggi, nove giorni dopo, si è fatto largo un nuovo modo di giudicare le cose, un metodo d’opposizione comodo: “Piove governo ladro!”.
Personalmente, sono sempre stato poco avvezzo allo scrivere agli sconfitti, perchè bisogna saper vincere senza infierire. Ma bisogna anche saper perdere. E saper perdere, per me, non significa solo accettare la sconfitta. Saper perdere vuol dire anche saper organizzare il dissenso, l’opposizione, in un corpo unitario, in una serie di azioni dettate da una diversità politica. “Piove governo ladro!” non è niente di tutto questo, non è proposta, non è dissenso, non è opposizione, è perpetrare la sconfitta: sparare all’impazzata per cercare di colpire qualcosa, un gesto di disperazione.
Nell’attesa (speriamo breve) che a Latina si possa instaurare un’opposizione sana, con un criterio, che serva alla città ed al governo come controparte per instaurare un dibattito serio sul futuro della città, guardiamo anche alle iniziative del nuovo sindaco, e lasciamogli del tempo. Tempi per il giudizio ci saranno, e saranno fondamentali, ma finchè non esisterà una seria opposizione che proponga un’altra linea, un’altra idea di città, le critiche distruttive e generalizzate saranno deleterie per l’opposizione e per la città. Sarà “rosicare” all’ennesima potenza. E questo non si augura mai, agli sconfitti