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Bellocchio porta al cinema l’autobiografia di Gramellini: Fai bei sogni

di Marina Bassano –

Marco Bellocchio si sofferma con sguardo analitico non privo di critica sull’omonimo romanzo autobiografico di Massimo Gramellini. Fai bei sogni è la storia di un’assenza, la più grave per chiunque di noi, quella della madre, strappata troppo presto a suo figlio nel modo peggiore.

La storia di una verità celata, che rende ancora peggiore la perdita, perchè la accompagna alla menzogna, al diritto negato di conoscere come sono andate le cose. Il regista resta molto dietro al racconto, non prendendo mai il sopravvento sul modo di raccontare la sua storia del vicedirettore della Stampa, se non quando insieme agli elogi per la risposta alla lettera arrivata al giornale di un ragazzo che litiga con sua madre, arrivano anche parecchie critiche.

Tanta cultura popolare della Torino (e dell’Italia) anni ’60 prima e fine anni ’90 poi, con Belfagor, amico immaginario di Massimo, che lo aiuta ad attraversare la perdita, al Grande Torino dell’incidente, a Giorgio Cagnotto, alla musica sempre perfetta curata da Carlo Crivelli.

I toni cupi dei lavori di Bellocchio sono resi soprattutto nella parte dell’infanzia di Massimo, e contribuiscono a lasciare alla fine un senso di contegno, di voluto distacco dalla tragica storia. Distacco che si incarna nella figura del padre, tanto severo quanto incapace di creare, dopo la morte della madre, un qualsiasi rapporto di vicinanza col figlio, che possa avvicinarli nel dolore.

Un grande compito spetta al piccolo Nicolò Cabras, che interpreta Massimo a 9 anni, che vediamo prima nei felici momenti con la mamma, e poi nel momento della perdita, e che ci restituisce tutta l’incredulità e la disperazione che un bambino può provare; compito meno arduo e in linea con i suoi ruoli standard, quello di Valerio Mastandrea, nel ruolo del giornalista Gramellini incapace di amare e in preda agli attacchi d’ansia.

Un confronto tra opposti, quello tra lo scrittore e il regista, da cui nasce questo film che si nutre dello scontro e che prende un po’ da entrambi, senza attingere a piene mani da nessuno.

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Marina Bassano

Marina Bassano

Redattrice