La la land, la favola al ritmo di jazz
di Marina Bassano –
Candidato a 14 premi Oscar, record di Titanic e Eva contro Eva eguagliato, vincitore di 7 Golden Globes, Coppa Volpi alla Miglior Attrice Protagonista a Emma Stone al Festival di Venezia: con queste credenziali si presenta il film di Damian Chazelle al cinema.
Già il titolo La la land rimanda a quell’atmosfera di leggerezza che pervade tutta la pellicola, un musical non troppo musical che ci restituisce la bellezza di un candido cinema sognante.
Los Angeles, città delle stelle, è fortemente al centro del film, con i suoi scorci grandiosi e le sue luci mozzafiato, con i suoi studios, lontana dalla frenesia quotidiana, eccezion fatta per la scena d’apertura nel traffico che diventa subito occasione di ballo.
Emma Stone e Ryan Gosling, protagonisti unici del film, danno concretezza al tema della solitudine e della instabilità, della continua lotta interiore tra i sogni e la realtà. E nel rapporto tra i due i sogni si fortificano e si sgretolano con la stessa facilità quando quello dell’altro inizia a vacillare, perchè parte della grandezza e della tenacia che porta a non mollare ci viene da chi ci è vicino.
Mia e Sebastian sognano vite diverse. Lei è cameriera in un bar all’interno degli Studios, ma vorrebbe fare l’attrice; lui è un pianista di pianobar che vorrebbe aprire il proprio jazz club. I loro sogni si intrecciano e viaggiano insieme verso un finale che tanto da favola non è.
Sospesi in un tempo indefinito, presente ma non troppo, come sospesi tra le stelle dell’osservatorio astronomico di Los Angeles, sede della scena più sognante della pellicola, i due ballano e cantano con addosso la nostalgia del cinema di altri tempi e del jazz puro, quello che sta scomparendo.
Chazelle cura nei minimi dettagli un film destinato a diventare un classico moderno, con una colonna sonora originale che splende negli arrangiamenti e sostiene magistralmente le parti musicate e ballate dagli attori, non esattamente specialisti del genere.