Tenetevi le mimose e ridateci la libertà di vivere
di Alga Madìa –
Un 8 marzo di meritato rispetto, nel silenzio e lontano da ogni stupida ipocrisia. Un giorno di riflessione, di pensiero, di senso di colpa.
E un giorno non basta, perché Dio solo sa quanti sono i giorni di vita che Claudia, Milena, Caterina e l’elenco è interminabile, avrebbero potuto vivere ancora, se solo non avessero incontrato sul loro percorso uomini (ma si chiamano lo stesso così?), che le hanno colpite, picchiate, spesso fino ad ucciderle, tradendo il loro amore.
Perché se una donna rimane accanto al suo futuro assassino, non lo fa per vocazione al martirio, ma per amore. Una parola abusata, ferita anch’essa, mai percepita da coloro che con l’amore non si sono mai scontrati, che pensano che una donna li ami solo se pensa e dice ciò che vogliono loro.
Ogni tre giorni una donna viene uccisa da chi dovrebbe proteggerla, prendersi cura di lei, soccorrerla nei momenti di difficoltà. Invece, non solo questo non avviene, ma anche quando non si arriva ad ammazzare. tanti sono gli uomini capaci di uccidere la loro dignità, insinuarsi nella psiche fino a renderle impotenti, incapaci di intraprendere qualsiasi iniziativa.
Uomini che le spezzano in due, che sanno crearsi alibi, che non si pentono mai, che non chiedono scusa e che soprattutto non cambieranno mai.
Il silenzio per un giorno, di quanti saranno capaci di mettersi accanto a noi e lottare per debellare questa piaga della violenza su noi, sui nostri corpi e nella nostra anima potrà essere segno di rispetto.
Tenetevi le mimose e ridateci la libertà di pensare, di parlare, di vivere.