La crociera di Virginia Woolf – ED lo ha letto per voi
di Cora Craus –
Il romanzo, “La Crociera” di Virginia Woolf (ed. Rizzoli), è un viaggio sociale, un viaggio interiore, un viaggio come involucro di sentimenti violenti quali la rabbia e lo sdegno, un viaggio come apoteosi della fuga da sé e dagli altri. Viaggio quale smarginato, inafferrabile ed ineluttabile “sentiero”: chiamato vita.
Queste ed altre mille definizioni sarebbero possibili del primo romanzo pubblicato da Virginia Woolf. Un autrice che dagli anni settanta del secolo scorso viene considerata il vessillo del movimento femminile. “La Crociera” ebbe moltissime riscritture per la continua insoddisfazione, per l’aspra criticità con cui Virginia Woolf guardava al suo lavoro. La pubblicazione del romanzo coincise con il suo primo tentativo di suicidio.
Unanimemente i critici concordano che in quest’opera diventano tangibili in letteratura le “nuove forme d’espressione più idonee a rappresentare la coscienza inquieta del soggetto moderno”. Così come possiamo affermare senza tema d’essere smentiti, che tutti i personaggi femminili che si susseguono, non solo in questa, ma in tutte le opere di Virginia Woolf, sono autoritratti di una tra le più affascinati protagoniste della letteratura mondiale.
“Probabilmente – scrive, David Daiches, autore di una fondamentale biografia della Woolf – i più efficaci tra tutti gli scritti di Virginia Woolf sono quei brani in cui essa condensa l’atmosfera di un personaggio o di un periodo. Non si tratta di una critica “stricto sensu”, ma di una forma speciale di storia.
Le piace particolarmente prendere personaggi minori, le cui opere non vengono lette oggi e i cui nomi sono pressoché dimenticati, e da codeste opere (in particolare dalle lettere e dai diari) ricostruire un quadro del loro modo di vivere, dei loro atteggiamenti, di quanto li circondava”.
Leggiamo in quarta di copertina, di una bella edizione della Rizzoli del 1982: “Il libro narra una vicenda di amore e morte [.] l’incrociarsi impalpabile della vita dei sentimenti a quella dell’apparenza quotidiana.
Rachel e Terence, i due innamorati, protagonisti del romanzo, si rincorrono, attratti in una sorte di aereo campo magnetico, quasi senza sfiorarsi. E l’amore, per loro, è un anelito al possesso che non si soddisfa mai; o una rete nella quale si trovano impigliati per il bisogno di scoprire la loro più autentica realtà spirituale.
Per uno strano presagio, la Woolf attribuirà a Rachel, nel trance della morte, l’incubo di un annegamento. Nel 1941 fu Virginia Woolf che si suicidò gettandosi nelle acque del fiume Ouse.
Misterioso come una leggenda, l’intreccio del romanzo è anche un’elegia dedicata all’ultima età vittoriana, che andava estinguendosi all’incalzare del secolo nuovo”.