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Il secondo dopoguerra in mostra alla Galleria civica, “Altre Stanze. Anni ’50 e ’60”. Da sabato 27 gennaio

Da sabato 27 gennaio e fino all’8 Aprile, presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea si inaugurerà la mostra “Altre Stanze. Anni ’50 e ’60”, con le opere della collezione privata della Banca d’Italia

 

Terminata la mostra dedicata a Sibò, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Latina si prepara ad accogliere l’arte più rappresentativa del secondo dopoguerra. Inaugura sabato 27 gennaio alle 16.30 la mostra “Altre stanze. Anni ‘50 e ‘60”, nata dalla collaborazione tra l’Amministrazione comunale e la Banca d’Italia.

 

L’iniziativa prende le mosse dalla volontà di far conoscere ad un pubblico più ampio parte del patrimonio artistico dislocato nelle diverse sedi dell’Istituto bancario, patrimonio prezioso e significativo in quanto testimonianza di un’epoca di profondi cambiamenti per il nostro paese. L’esposizione raccoglie più di 40 opere: dipinti, sculture, ceramiche di artisti italiani e internazionali che hanno operato negli anni ’50 e ’60, riuniti in una mostra che prende il nome da un’opera di Corrado Cagli, anch’essa esposta. Lucio Fontana, Giorgio De Chirico, Emilio Vedova, Renato Guttuso, Carla Accardi, Ugo Attardi, Franco Angeli, Enrico Baj, Alberto Burri, Tano Festa, Mario Mafai e Mario Schifano sono alcuni degli autori che saranno in mostra negli spazi della Galleria Civica fino all’8 aprile.

 

E’ con grande soddisfazione che il Sindaco Damiano Coletta accoglie questa nuova iniziativa culturale, la quale «si pone in linea di continuità con la mostra di Sibò e rappresenta una nuova tappa del percorso intrapreso da quest’Amministrazione per portare Latina ad essere una sede espositiva di livello nazionale».

 

«Rivolgeremo particolare attenzione al pubblico adolescente – afferma l’Assessore alla Cultura Antonella Di Muro – che inviteremo a percorrere le sale della Galleria con il direttore scientifico dei Musei Civici Francesco Tetro disponibile a guidare i ragazzi nella visita e a far sì che colgano l’importanza di quelle opere quali documento di un particolare momento storico nonché testimonianza delle trasformazioni culturali che hanno segnato il passaggio alla modernità».

 

L’ingresso alla mostra è gratuito.

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Alga Madia

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Direttore responsabile