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“Anitona” la musa di Fellini se ne va. ED la ricorda così.

di Alga Madìa –

Si chiamava Kerstin Anita Marianne Ekberg ed era nata a Malmö, in Svezia, il 29 settembre 1931. Aveva sette fratelli e viveva in quegli anni la sua l’infanzia in modo indipendente e scanzonato.

Donna emancipata e bellissima, al punto di essere proclamata Miss Svezia. Poi il trasferimento negli Stati Uniti per partecipare al concorso di Miss Universo dove le si prospetterà, pur non vincendo il titolo ambito, tutto un mondo nuovo e scintillante: Hollywood ricerca bellezze dal volto angelico ma, il suo primo contratto lo firmerà grazie al regista e magnate Howard Hughes, con la RKO. Nel 1959 arriva nel nostro Paese per recitare nel Nel segno di Roma. Poi, l’incontro fortunato con Federico Fellini. Lei 28enne, diventa Sylvia sul set de La Dolce Vita, la storia di una prorompete attrice straniera che viene accompagnata dal giornalista scandalistico Marcello Rubini (ca va sans dire, Marcello Mastroianni) in giro per la città eterna. Grazie a quell’enorme mondiale successo diventerà la musa di Fellini e con lui continuerà a interpretare altri film come l’episodio Le tentazioni del dottor Antonio” in Boccaccio 70 (1962) accanto a Peppino De Filippo, I clown (1970) e L’intervista (1987).

Nella seconda metà degli anni Sessanta si trasferirà nuovamente in Italia, dopo una nuova discreta esperienza negli Stati Uniti insieme a Dean Martin, Frank Sinatra e Ursula Andress, continuando a lavorare con alcuni dei nostri attori più famosi, come per esempio con Alberto Sordi, ma anche in Sette volte donna (1967) di Vittorio De Sica, insieme a Shirley MacLaine.

Lento e inesorabile il declino: una serie di apparizioni in film di “serie b” come Casa d’appuntamento, con Barbara Bouchet, nel thriller Suor omicidi (1978) di Giulio Berruti e nello spaghetti western La cavalcata della vendetta (1972) di Richard Harrison. Il primo gennaio 1970, a 39 anni, apparirà nuda sulla copertina di Playboy.

Sarà la madre di Valeria Marini in Bambola (1996), di Bigas Luna, e una cantante lirica in là con gli anni ne Il nano rosso (1998) di Yvan Lemoine. La sua ultima apparizione avverrà sul piccolo schermo. Reciterà, nel 2002, in due episodi della fiction Il bello delle donne, su Canale 5. Infine, nel 2010 quando viene invitata da Carlo Conti nella sua trasmissione, I migliori anni, per il cinquantesimo anniversario de La dolce vita.

Anita Ekberg si è spenta, all’età di 83 anni, nell’ospedale San Raffaele di Rocca di Papa (Roma). Da tempo malata, la ricorderemo per sempre per quel bagno al quale non riesce a resistere, dentro la Fontana di Trevi, quando chiama Mastroianni: “Marcello, come here! Hurry up!”. In quella scena simbolo de La dolce vita e di un’epoca probabilmente non più ripetibile.

“Anitona”così la soprannominò Fellini, se ne va, lasciando a noi il ricordo e il sogno di notti che abbiamo sognato e mai vissuto. lascia così la sua Genzano, forse il nostro Paese, ma il ricordo di lei resterà per sempre nell’immaginario di chiunque sappia apprezzare bellezza, intelligenza e simpatia. Tutte caratteristiche che le appartenevano e che per questo l’hanno fatta amare da un pubblico di non “soli uomini”.

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