Europa chiama Ventotene. L’utopia, il coraggio di sognare la libertà
Di Cora Craus – “La civiltà moderna ha posto come proprio fondamento il principio della libertà”. Con queste parole inizia l’opera più famosa di Altiero Spinelli: “Manifesto per un Europa Libera ed Unita”, da tutti conosciuta come il “Manifesto di Ventotene”, perché gli autori, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, la scrissero durante gli anni di confino sull’isola. Antonio Gramsci manifestò sempre una fiducia illimitata per questo giovane ed intelligentissimo ragazzo romano, che coltivava l’utopia di un mondo senza frontiere.
Altiero Spinelli, che mai venne meno al suo sogno: realizzare un “Europa libera ed unita”; lo vide quasi divenire realtà con la prima stesura della costituzione europea; avvenuta proprio durante il suo secondo mandato di parlamentare europeo. E, mentre ricopriva la carica di presidente della Commissione Istituzionale.
La prima versione dell’opera di Altiero Spinelli fu scritta, nel 1941, su cartine di sigarette e, con tale espediente fu trasferita fuori da Ventotene. Dove poi, una fitta rete d’idealisti la diffuse prima nel resto di Italia e poi in Europa.
“Il Manifesto, – scrive, Nello Ajello, nelle pagine di Repubblica – prese ben presto il volo. E nei cieli di Europa vola ancora”.
Nella nostra terra – che qualcuno considerò, con sprezzo, il confino come poco meno di una villeggiatura – Altiero Spinelli fece il più importante incontro della sua vita di uomo: Ursula Hirschmann, “l’europea errante”, una donna che visse il doppio dramma di essere tedesca ed ebrea, autrice di “Noi senza patria”, che sarebbe diventata sua moglie e una inseparabile compagna di lavoro.
Chi era Altiero Spinelli, il “comunista pentito”, il detentore della più lunga condanna di confino?
Spinelli, sulla sua pelle, visse, un vero e proprio paradosso: condannato al confino perché “un irriducibile e pericoloso comunista”, fu espulso dal partito comunista perché “dissidente”. Sarebbe bastato questo per suscitare in noi simpatia verso una figura che sembra disegnarsi come l’emblema del libero pensatore.
In realtà, il dissidente Altiero Spinelli, aveva espresso solo una valutazione dell’opera e della figura di Stalin che si discostava, e molto, dalla visione quasi da “santino” del dittatore rosso imposta dagli allora vertici del partito.
Il futuro teorico di “un’Europa libera ed unita” fu allievo prediletto del severo economista liberale e futuro presidente della Repubblica Luigi Einaudi. E fu, proprio, quest’ultimo che si adoperò affinché ricevesse libri e scritti durante il confino e fu, ancora, lo stesso Einaudi che lo sollecitò allo studio di un’approfondita analisi del sistema federalista inglese.