“Contro il fanatismo” di Amos Oz. Una lezione di rispetto e libertà
di Cora Craus – “Come curare un fanatico? Inseguire un pugno di fanatici su per le montagne dell’Afganistan è una cosa. Lottare contro il fanatismo è un’altra, completamente diversa. L’attuale crisi mondiale in Medioriente o in Israele e Palestina non discende dai valori dell’Islam. Non è da imputarsi, come dicono certi razzisti, alla mentalità araba. Ha invece a che fare con l’antica lotta fra fanatismo e pragmatismo. Fra fanatismo e pluralismo. Fra fanatismo e tolleranza. Il fanatismo nasce molto prima dell’Islam, del Cristianesimo, del Giudaismo. Viene prima di qualsiasi Stato, governo o sistema politico. Prima di qualsiasi ideologia o credo. Disgraziatamente, il fanatismo è una componente sempre presente nella natura umana, è un gene del male”.
È la quarta di copertina del libro “Contro il fanatismo” di Amos Oz (ed. Feltrinelli – pag.80 – € 4,50) che racchiude le tre lezioni sul tema tenute presso l’Università di Tubinga in Germania. Consigliamo la lettura di questo libro per il suo stile brillante, pieno di humor, intriso di tristezza eppure lieve. In questo breve saggio l’autore s’interroga e lascia che i lettori si interroghino su cosa sia il fanatismo.
Un libro prezioso per la sua leggerezza e umorismo che rimangono “armi micidiali” per ogni fanatico, per chi subdolamente mira a distruggere, un diritto prezioso: la libertà.
… Il fanatismo, come la violenza e il razzismo, ci ricorda l’autore, sono trasversali e nessuno può dirsi davvero immune.
Dopo la pubblicazione di questo testo, nel 2004, Amos Oz divenne un punto di riferimento per quanti auspicavano una pace in Medioriente. Una pace che fosse rispettosa dei due popoli in lotta, quello palestinese e quello israeliano. Unanimemente riconosciuto come una delle voci più autorevoli della letteratura mondiale è stato più volte candidato al Nobel per la Letteratura.
Amos Oz, il cui vero nome era Amos Klausner, uno scrittore che più volte ho sperato d’incontrare, durante le presentazioni dei suoi libri in Italia; un desiderio che non si è realizzato e ciò contribuisce a rendere, per me, molto “speciali” i libri di questo autore israeliano morto nel 2018. “Contro il fanatismo” un libro che ho, affannosamente, ricercato nella mia disordinata libreria in seguito alle notizie dei telegiornali sulle scritte antisemitiche. Una lettura per ritrovare un punto fermo, un punto da cui ripartire per combattere ogni vecchio e nuovo fanatismo.
Chiudiamo con un brano del libro: “Ironia della sorte: all’epoca in cui mio padre era un giovanotto in Lituania – veniva dalla Russia, la sua famiglia si era rifugiata in Lituania, che allora era parte della Polonia – poterono dirsi fortunati per essere stati cacciati via e dopo mille peripezie, nei primi anni trenta, essere approdati alla Palestina sotto mandato britannico. A quel tempo L’Europa era tappezzata di graffiti: ebrei, andatevene in Palestina. Quando, molti decenni dopo, mio padre tornò in Europa per un viaggio, la trovò coperta di altre scritte: ebrei, fuori dalla Palestina”.