Latina estate. Emanuela Gasbarroni e Massimo Ceccarini in “Radici in aria – Latina, storia, musica e immagini”
A cura di Cora Craus –
“Radici in aria”, Latina, storia musica e immagini, sabato 27 agosto, ore 21, nella rassegna “Latina estate” ai giardini del comune. Ingresso libero.
Il testo che verrà presentato è un excursus storico, antropologico e filosofico di Latina come terra di passaggio, facendo riferimento ad un tempo lungo, con una riflessione sui nostri giorni e sul futuro.
Il testo, scritto e narrato da Emanuela Gasbarroni, si arricchirà di inserti degli autori di storia locale, tra cui Goethe, Vincenzo Rossetti, Annibale Folchi, Emilio Andreoli, oltre a lavori di ricerca come “I quaderni di piazza Dante”, nonché testi di Klaus Jurgen Bade, Hannah Arendt, Judith Butler, Buckminster Fuller, recitati dall’attore Massimo Ceccarini.
La narrazione, così ricca di contributi, sarà resa ancora più emozionante dalle note della fisarmonica di Cristiano Lui, apprezzato musicista locale conosciuto a livello internazionale e dalla voce del soprano Annalisa Biancofiore, che proporranno pezzi di Astor Piazzolla, Kurt Weill e Ariel Ramírez, musicisti che hanno provato il distacco dalle proprie radici, interpretando l’emozione che esso porta con sé.
Le parole saranno accompagnate da immagini e filmati, tra cui foto d’epoca, derivanti dalla collezione di oltre 10 mila immagini, di Mauro Corbi, appassionato collezionista che ha anche saputo dare colore a molte di esse.
Sarà l’occasione per presentare la peculiarità di Latina e riflettere sulla speciale composizione sociale dove non esiste l’altro, perché tutti sono altro, in questa terra di passaggio che è diventata di accoglienza.
La ricchezza della città è data dalla sua unicità antropologica e la sa cogliere solo chi sa ascoltare e osservare con occhi diversi.
Il reading sarà un tentativo poetico di dare contorni ad un territorio e a una vicenda umana che in Italia non ha eguali, ma anche una analisi dei problemi di una città ancora incerta nel tracciare il suo futuro.
Non vuole essere tuttavia un’operazione nostalgica, ma sollecitare una riflessione sulla complessa costruzione identitaria della città, ponendo alcuni interrogativi su una comunità che fa fatica a diventare tale e a trovare la sua direzione di senso. Cominciamo a capire da dove veniamo, ma ancora non riusciamo a tracciare una traiettoria per le nuove generazioni.