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“La mente e la paura – Sogni e realtà durante la pandemia” di Florio Coletta

Di Cora Craus –

Uno psicoterapeuta e il suo gruppo di pazienti alle prese con le prime allarmanti notizie del Covid-19; la successiva decisione del governo di attuare il Lockdown per contrastare un’epidemia nuova, sconosciuta anche alla classe scientifica mondiale.

Il medico decide di fermare gli incontri del gruppo ma non il suo sostegno che si srotolerà con incontri individuali, e attraverso email e telefono.“La mente e la paura – Sogni e realtà durante la pandemia” (Ed. Atlantide – pag.152 – €15) di Florio Coletta è un saggio con forti punte di autobiografia professionale, o meglio, è la cronaca di un difficilissimo e drammatico momento sanitario e sociale raccontato ad intreccio da due punti di vista: quello del terapeuta e quello dei pazienti, tutti sospesi in un spaventoso vuoto che sfocerà, come ben racconta l’autore, in una infodemia.

Abbiamo apprezzato il profondo senso di rispetto e affettuosa “complicità” che emerge nel rapporto psicoterapeuta/paziente e nel contempo la chiarezza, con le numerose note a margine, con cui l’autore si pone nei confronti del lettore.

Florio Coletta ripercorre il modo con cui ha affrontato l’impegno, e con quale visione sanitaria, l’obiettivo di aiutare a superare i tanti problemi che sono sorti o si sono ampliati nei suoi pazienti durante la prima fase del Covid-19, e del lockdown, in una condizione di totale assenza di qualsivoglia vaccino o cura.

“L’autore, Florio Coletta, – scrive, nella prefazione la psicologa e saggista, Elisa Morano – nel precedente libro “Il gruppo del lunedì” ha trattato teoria e metodo della psicoterapia di gruppo basato sul lavoro dell’immagine onirica. In questo libro si occupa dell’aspetto narrativo e sociale dei sogni”

 La descrizione delle sedute analitiche, la loro spiegazione divulgativa, permette al lettore di entrare in simbiosi con le emozioni, le paure che abbiamo provato davvero tutti: la lettura del libro, almeno per noi, è stato come osservare paure e sensazioni passate ma non lasciate andare, immersa nelle pagine, nei racconti di ciascun dei tanti protagonisti: i pazienti è sembrato di condividere un cammino di liberazione.

 Hanno suscitato molto interesse le riflessioni/indicazioni dell’autore sul significato e il modo di concludere le terapie e scoprire che le terapie di gruppo, in genere, per i pazienti sono molte più definitive di quelle individuali

Belle ed interessanti le pagine sulla storia della malattia mentale e in particolare sulla moderna branchia della psicologia così come, riteniamo siano di forte interesse per tutti, le riflessioni e le testimonianze a tutto tondo sulle conseguenze della pandemia e che l’autore, in maniera adamantina, sottolinea come le risposte messe in atto in tutti i settori siano solo risposte di emergenza e non un nuovo sviluppo. Questo concetto è ben descritto in una lettere di una professoressa in cui esprime i suoi dubbi sulla “dad”, la scuola a distanza, e per analogia è un concetto che lo si può traslare a tutte le situazioni di lavoro, d’intrattenimento, di cura: la relazione umana non può essere racchiusa dietro uno schermo. “Io ho sempre amato le tecnologie, ora mi chiedo se non stanno tentando di formare una nuova scuola fondandola sulla didattica a distanza eliminando l’indispensabile presenza.

L’innovazione della scuola basata su tali presupposti è come se fosse la stessa cosa di una robotizzazione delle pulizie di casa. Si stanno dando per scontati dei presupposti devastanti; l’eliminazione dell’importanza delle componenti anche affettive che comporta il rapporto diretto in presenza. “La scuola è socialità, non la si rimpiazza con monitor e tablet.”

Addirittura il pensiero di Papa Bergoglio è più avanzato di quello dei nostri politici: “occorre celebrare a distanza per uscire dal tunnel, non per rimanere così”. Almeno uno che esplicita la premessa che siamo in emergenza e quello che facciamo è purtroppo in rapporto con tale emergenza”

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista