Storia di B.go Podgora, primo villaggio dell’Agro Pontino
I parte –
di Marina Cozzo –
Nel 1927, nel cuore indomo dell’Agro Pontino, sorge il primo borgo, il Villaggio a Sessano, circondato da vastissimi poderi che cominciano a suggerire la loro vocazione agricola sotto la spinta cruda e incessante dei contadini veneto-friulani, e che fa parte dei lavori preliminari del progetto ambizioso e molto dispendioso dell’Ing. Natale Prampolini, Presidente del Consorzio di Bonifica di Piscinara: un raccordo ferroviario alla Stazione di Sermoneta-Bassiano (sulla linea Roma-Velletri-Terracina); nonché la costruzione di impianto per estrazione di pietrame e preparazione di pietrisco e sabbia al Monticchio di Sermoneta; la costruzione di una ferrovia Décauville, con trazione elettrica e a vapore, per la distribuzione dei materiali alla zona dei futuri lavori; ma anche di un gruppo di officine e rimesse in località Quadrato e la costruzione di una serie di fabbricati di servizio a Cisterna.
Gli operai, addetti a tutto questo dove avrebbero trovato dimora e conforto? Cure se non nel villaggio ad hoc, per le grandi distanze dai paesi di provenienza e la scarsità di strade e mezzi.
Esso è ben progettato e organizzato: 1) Sette case per cinquanta operai ciascuna. Praticamente erano dormitori comuni, con servizio di cucina, refettorio e dispensa. Questi fabbricati erano composti di due piani: al piano terreno la cucina e due grandi stanze in cui alloggiare 30 persone e al piano superiore i rimanenti 20 operari; 2) Fabbricato per ambulatorio ed abitazione del medico, indispensabile per assistere gli operai dagli attacchi di malaria ancora vigorosa; 3) Fabbricato per dispensa viveri ed abitazione degli addetti al servizio; 4) Caserma per i Carabinieri; 5) Fabbricato per ufficio, magazzino ed abitazione del personale del Consorzio (future scuole); 6) Chiesa con Oratorio; 7) Caserma dei Regii Carabinieri, con scuderia.
Poi, da lì a pochi anni, interviene l’O.N.C. ad eseguire la totale trasformazione fondiaria dell’Agro Pontino, i campi sperimentali (il cui prototipo era proprio Viallaggio a Sessano) vengono da essa rilevati, divenendo altrettanti poderi delle Aziende Agrarie Pontine.
La mastodontica impresa di costruzione del villaggio viene affidata all’Impresa Pietro Giampaoli di Roma, alla quale il Consorzio di Bonifica facilitò molto il lavoro con binari di servizio che assicurano il raccordo fra le cave di tufo e di pozzolana ed i singoli cantieri di costruzione dei fabbricati.
Nella seconda metà dell’anno 1928, con piccoli cottimi relativi alla sola mano d’opera ed affidati a operai locali, vengono costruiti: la sede del dopolavoro con salone per il cinematografo, la chiesa, la canonica e la cabina elettrica.
Infatti, alle necessità della vita civile e la socialità, rappresentate all’epoca dalla chiesa e dal “dopolavoro” con la sala cinematografica, vengono riconosciute la stessa importanza e urgenza delle necessità economiche ed igieniche, che fino ad allora erano state considerate le sole per le quali lo Stato dovesse intervenire con opere pubbliche di bonifica.