Autori pontini. “MANISPORCHE” di Eros Ciotti e Mario Giorgi.
Di Cora Craus –
I testi satirici, per essere davvero tali, devono rispondere ad un chiaro enunciato: offrire testimonianze particolarmente utili per ricostruire le emozioni relative a un certo periodo storico e a un certo contesto. Un compito, per noi, e, lo affermiamo con molta umiltà, assolutamente, raggiunto perché sfogliare il libro “Mani sporche” (Ed.Metropoli’s – pag.150) è come rivedere un ben custodito diario di un particolare momento della nostra “cronaca” recente. Il diario racchiude la storia di Tangentopoli il cui focus, a parte un blitz vignettistico sul magistrato Antonio Di Pietro, è pienamente puntato sui i politici e il disfacimento dei partiti politici del 1992.
“Mani sporche” è un memory book come lo ha definito lo stesso Ciotti ed è composto dalle vignette e presentazione dell’architetto scrittore di Roccagorga e dai commenti storici- satirici del giornalista e docente Mario Giorgi. Un connubio che regala alla pubblicazione lo spessore di un documento storico.
Molti di noi lo ricorderanno, fu una stagione in cui il termine politica veniva considerato sinonimo di egoismo, sopraffazione, ladrocinio a seguito dell’emergere di infinite corruzioni politiche ed imprenditoriali. Tangentopoli cominciò nel famigerato lunedì, 17 febbraio del 1992, quando il pubblico ministero Antonio Di Pietro chiese ad Italo Ghitti, giudice per le indagini preliminari, un ordine di cattura per Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio ed esponente di rilievo del PSI milanese. Nel manuale del buon poliziotto la regola aurea è seguire i soldi e cercare la “donna” l’ex poliziotto Antonio Di Pietro ne fece un dogma…con ampio successo.
In “Mani sporche” ogni vignetta è un vero bozzetto antropologico di mite ferocia, dove si incontrano personaggi che, per chi ha vissuto quegli anni, sembravano potenti, inamovibili e intoccabili, caduti quasi tutti nell’oblio. “Mani sporche” risveglia interrogativi, perplessità, riflessioni sulla nostra politica di allora e quella di oggi. L’uragano Tangentopoli ha migliorato o ha distrutto la politica? il riverbero di quella scia di arresti, processi spettacolarizzati, suicidi, divide ancora gli animi. Ma, la domanda rimane: quella vicenda a distanza di trent’anni influenza la politica di oggi?
Tangentopoli nasce in un particolare momento storico: la fine della guerra fredda, la fine dei blocchi contrapposti in un’ intervista Gherardo Colombo, uno dei magistrati del mitico pool di Mani pulite ha dichiarato: “Cade il muro di Berlino, finisce il tempo delle ideologie, si dissolvono i partiti tradizionali e le indagini possono proseguire.” Davvero Mani pulite fu una conseguenza, un effetto della guerra fredda?
Gli autori hanno scelto di mantenere l’obiettivo ristretto all’interno di quella che fu la cremè, la parte più qualificata della classe politica dell’epoca; forse anche per dribblare l’inevitabile dispersione che avrebbe comportato l’abbracciare una realtà fatta di migliaia di avvisi di garanzia, centinaia di arresti, ricordiamoci che i soli parlamentari indagati, nei due anni di mani pulite furono 447, dal socialista, Presidente del Consiglio, Bettino Craxi al mitico “compagno G” del Partito Comunista italiano, ai DC Forlani, Citarristi ecc. fu coinvolto tutto l’arco costituzionale. Si “estinsero” i grandi partiti che avevano contribuito a far grande l’Italia nel dopo guerra. Si affermeranno nelle successive elezioni alcuni partiti della Destra.
Oggi, la destra, quella del dopoguerra, italiana, è al governo ed esprime il Presidente del Consiglio: Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. A noi non resta che augurarci che sia davvero un partito nuovo, ripulito, sbianchettato, evoluto e maturo ma comunque, si ricordino che restano epigoni di Almirante, Pinuccio Tatarella, Giano Accame, persone lontanissime dalle idee di Gianfranco Miglio e Umberto Bossi. E, la vignetta del libro che più ci ha “conquistato” riguarda proprio il Senatur Umberto Bossi: “Vi giuro che non voglio dividere l’Italia in tre…solo riunificare il Sud con la Libia!”
Come è nato il libro “Mani sporche”?
La risposta ce la fornisce uno degli autori: “Si tratta di vignette – scrive Eros Ciotti, nella presentazione – che realizzai trent’anni fa e commentate dal compianto amico giornalista Mario Giorgi ma mai pubblicate. Vignette figlie di un concorso nazionale di “Paese Sera” vinto con la striscia “vecchie glorie” e che (con debita riverenza) aveva incoronato negli anni fumettisti di primo livello, da Forattini a Bonvi’, da Daniele Panebarco a Pino Zac, fino a Hugo Pratt e il suo Corto Maltese. Perciò un libro di vignette prosciugate di attualità e dunque senza tempo, che si intrecciano con le riflessioni giornalistiche “aggiornate” di Mario Giorgi.”