Nell’ambito della rassegna: Arte in ospedale, ideata e curata da Fabio D’Achille, la straordinaria mostra di Cruciano Nasca “DEJAVÙ”
a cura di Cora Craus –
Dal 31 agosto al 31 ottobre 2023 si potrà visitare presso nell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina la mostra DEJAVÙ di Cruciano Nasca nella “formula”, ideata da MAD, della mostra diffusa per la rassegna “Arte in ospedale”. La mostra si avvicenda a quella di Anna Maria Mazzini di Body Art Therapy Italia sul tumore al seno promossa insieme alla Breast Unit della Asl di Latina diretta dal Prof. Dr. Fabio Ricci.
Sono infatti tre gli spazi che ospitano il progetto di Mad: il CUP, i Poliambulatori specialistici e il foyer della Direzione sanitaria tutti all’ingresso di via Scaravelli.
L’iniziativa è curata da Fabio D’Achille in collaborazione con la ASL Latina ed è sostenuta dalla Farmacia Travagliati. Con la DG Silvia Cavalli e il DS Sergio Parrocchia MAD sta collaborando nel segno della continuità per offrire ai lavoratori della struttura e agli utenti un ambiente più accogliente e creativo nel quale offrire e ricevere servizi necessari alla collettività.
L’importante mostra racchiude quaranta tele in acrilico di medio e grande formato dipinte da Cruciano Nasca che moltissimi di noi conoscono con il nome d’arte NuN. L’esposizione di Nasca, dopo quella temporanea di Anna Maria Mazzini, convive insieme a quelle di Sergio Ban nella sede della Radiologia Diagnostica, della Breast Unit e quella di Silver nel Day Hospital a Malattie Infettive.
“Con le tele di Dejavu Cruciano Nasca – scrive Fabio D’Achille – racconta un territorio a colori, forse già visto ma mai così colorato! Un territorio, il nostro l’Agro pontino, la costa e non solo, raccontato con una poetica neo-futurista ma anche pop nel suo incedere di formati geometrici avvolgenti.
Cruciano non perde occasione di identificare quasi turisticamente l’ambiente che ci circonda, spogliandolo dai dettagli e focalizzandolo su ampie vedute e campi aperti che si alternano solo tra colori freddi e caldi per distinguere dove finisce un mare e dove inizia un cielo oppure una collina.
Portare in ospedale queste visioni e questi cromatismi – continua il curatore della mostra – significa portare davvero delle emozioni e delle atmosfere inaspettate; portare sollievo ma anche accompagnare gli utenti che sicuramente vivono meglio il tempo impegnato per la propria e l’altrui salute. Portare la cultura negli spazi dell’ospedale è un tentativo di tenere il luogo della prevenzione e della cura a contatto con una realtà più umana e solidale”.