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La mostra “Il Tempo Fiorito” una retrospettiva di Germana Brizio curata da Fabio D’Achille

a cura di Cora Craus –

Presso il Conservatorio “Ottorino Respighi” di Latina fino 31 dicembre 2023 si potrà ammirare l’elegantissima mostra “Tempo fiorito” dell’artista pugliese Germana Brizio curata da Fabio D’Achille.“Germana Brizio, – si legge nella nota di presentazione –  con una lunga esperienza artistica, è interessata a recuperare e riproporre nel nostro tempo, quella sintesi valoriale pragmatica ed emozionale capace di dare un senso alla vita dell’uomo dove a suo vedere il rapporto unitario “Donna – Natura” ne è precipua essenza”. È un’artista che attraverso la pittura, scultura, incisioni, disegni e poesie, esprime la sua visione artistica nel tentativo di recuperare e proporre nel nostro tempo quella sintesi valoriale capace di dare un senso alla vita: l’humanitas.

L’artista è presente nell’Enciclopedia di Arte Italiana Contemporanea (vol.IX) Casa Editrice La Ginestra 1979, nell’annuario di Art Diary Italia dal 1991. Innumerevoli le recensioni su cataloghi ed editoria del settore.

“L’espressione artistica, – scrive in una nota personale l’artista – con qualsiasi tecnica venga utilizzata, è un modo per trasmettere la visione dello sguardo sul mondo, filtrato dalla sensibilità ed esperienza personale; in questa esposizione sono concentrati i temi a me sempre cari, come la figura femminile e la natura. La Donna in quanto somma di valori che sopravvivono con l’umanità, e la Natura che si rivela nella bellezza di un fiore.

Nel tentativo di comunicare il mio modo di percepire le problematiche che da sempre affliggono il mondo femminile e la sempre più pressante ricerca di dialogo armonioso con la Natura, ho utilizzato tecniche (diverse), tentando di comunicare e cercando di raggiungere la l’armonia, quella che troviamo in un fiore. Un fiore altro non è che un seme fecondo nel ciclo universale come la Donna lo è nel ciclo naturale. Sono sempre le piccole cose che legate armoniosamente assieme costituiscono le regole del Creato che l’uomo moderno, nella sua cecità si ostina a violare. La mia ricerca artistica mi ha condotto   alle soglie di questo tempo fiorito, dove il fiore diventa simbolo di resistenza”. 

 “L’esposizione di Germana Brizio “Il tempo fiorito –  scrive il curatore Fabio D’Achille –  è una retrospettiva del Museo d’Arte Diffusa sull’autrice pugliese nata un po’ a sua insaputa. Qualche mese fa, in una visita al suo studio di Colleferro (Roma), nella mansarda in cui ero stato invitato per vedere i nuovi lavori – grandi disegni fuori formato su carta realizzati con penna a biro – ho scoperto delle tele chiare, dipinte su fondi crema con dei “fantastici” fiori. Dipinti, oli su tela empi di una gentilezza artistica e di una poesia compositiva che l’artista aveva custodito per anni nello studio.

 Germana, incredula che quei disegni potessero piacere ed entusiasmare così tanto, li tirava fuori dalla quadreria.  Sono opere che iniziano alla fine degli anni ‘70 e che spaziano con coerenza fino al 2011. Oltre trenta anni disegnati e dipinti, tra matite e olio su tela, in un codice dove i fiori e la natura abbracciano con sensibilità, l’individualità anche dell’autrice ma anche dello spettatore che nell’opera si uniscono e si riflettono.

 Si, una natura “cortese” alla maniera di Cavalcanti o Guinizzelli, che attraversa coi suoi petali, la pelle, il corpo dei personaggi, di donne ma non solo, che cercano un posto nelle opere di Germana. Lo cercano a tal punto da condividere lo spazio della tela della visione e averlo da pari a pari, Natura e Umanità, un peso equanime. Il “dolce stil novo” di Germana Brizio appunto parla di un tempo fiorito, di un tempo in cui l’artista approcciava all’arte e alla sua “Humanitas” con una carica anche anelante ad un Eros, che scopre e copre parti del corpo umano e femminile e spoglia definitivamente la natura da decori, florescenze e simboli.

Quei colori naturali, pastellati diventano forti anche se tenui, si rivelano aggressivi anche se velati, taluni si mostrano più grandi che nella realtà in una scelta prospettica e geometrica di rapporto diseguale dove le dimensioni del disegno tendono a riequilibrare quello che in realtà non è tale. I fiori quindi si misurano con la dimensione umana e per reggere il confronto diventano macroscopici o avvolgenti vivi e pulsanti come le anime che circondano, lambiscono attraversano”.

La retrospettiva di Germana Brizio possiamo ammirarla in una location istituzionale quale è il Conservatorio Statale di Musica “Ottorino Respighi” in via Ezio, 32 a Latina in quello che è diventato uno dei luoghi più ambiti dagli artisti pontini, nazionali e internazionali: la galleria musicale d’arte contemporanea presso l’auditorium Roffredo Caetani. A noi ha molto colpito la considerazione espressa da Fabio D’Achille durante un evento che ci è parsa una dimostrazione di grande legame con Latina, la sua città, la nostra città: “Latina è una grande galleria di Arte Moderna a cielo aperto e con la formula Mad (Museo d’Arte Diffusa), formula ormai diventata patrimonio di tutti, l’arte nelle sue mille varianti, nei suoi mille vitali rivoli, va letteralmente incontro, convive nella quotidianità dei cittadini”.

Chi è Germana Brizio l’artista che esalta la bellezza, la sensualità, la leggerezza del mondo femminile e l’eleganza della natura?

Nasce a Ginosa Marina in provincia di Taranto, maturità artistica al Liceo Artistico Statale di Lecce, partecipa a numerosi concorsi ed esposizioni, collettive e personali, frequenta il primo anno di Accademia di Belle Arti di Bari e consegue il Diploma di laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma, seguono le abilitazioni per l’insegnamento in Educazione Artistica e Disegno e Storia dell’Arte.

 È stata docente di ruolo nella scuola secondaria di primo grado. Il suo percorso artistico è di notevoli esperienze, arte-terapeuta dopo la specializzazione in Arte-Terapia, docente in arte nella Scuola Quadriennale di Arte-Terapia a Villa Gentile facoltà di Psichiatria Tor Vergata Roma, fondatrice della costituita “Associazione Professionale Italiana degli arte-terapeuti” APIArT.

 Vanta un corso di formazione in restauro ed una esperienza ventennale su beni culturali opere mobili, immobili e archeologico, titolare “Restauri Artistici” ditta fiduciaria presso la Soprintendenza dei Beni Artistici e Storici Palazzo Venezia, Roma.

Nel contempo la produzione artistica si è arricchita di esperienze e contenuti, numerose le partecipazioni a collettive ed esposizioni personali in sedi istituzionali. Le sue opere figurano in collezioni private e pubbliche, nazionali e internazionali; tra le opere storicizzate la pittura grafica “Angeli” del 1995, pannello situato sulla facciata della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio in Roma, “Mater Penitentia” pittura ad olio su tela pala d’altare nella Chiesa dei Gesuiti Tirana in Albania, il ritratto di Papa Francesco (pittura ad olio su tela) suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore de la Petrusse Luxembourg. Titolare dello Studio d’Arte di Colleferro (RM)

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista