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Autrici pontine. La scrittrice e regista pontina Emanuela Gasbarroni presenta il suo libro: “L’ITALIA E LA GUERRA FREDDA Esuli dall’Est, una storia di fughe e accoglienza nel Campo profughi di Latina”

La scrittrice e regista Emanuela Gasbarroni

A cura di Cora Craus –

 “L’ITALIA E LA GUERRA FREDDA Esuli dall’Est, una storia di fughe e accoglienza nel Campo profughi di Latina” scritto da Emanuela Gasbarroni, verrà presentato martedì 21 novembre alle ore 18 alla Libreria Feltrinelli. Dialogheranno con l’autrice e regista pontina gli scrittori Emilio Andreoli e Emiliano Miliucci, sapienti narratori di pagine di storia della città. Durate la presentazione vi sarà la lettura di alcune testimonianze con la voce dell’attore Nino Bernardini.

“L’Italia e la guerra fredda – Esuli dall’Est, una storia di fughe e accoglienza nel Campo profughi di Latina” ricostruisce la vicenda del Campo profughi “Rossi Longhi” di Latina, che ha ospitato dal 1957, dopo l’invasione dell’Ungheria da parte dell’allora Unione Sovietica, fino al 1989, caduta del muro di Berlino, circa 100 mila rifugiati che scappavano dai paesi dell’est e che dopo qualche mese a Latina andavano in Australia, Canada e Stati Uniti. L’ obiettivo è quello di raccontare l’importantissima pagina di storia recente italiana che pochissimi conoscono, tentando di restituire la complessità umana, esistenziale, geopolitica ed etica che ha animato quello spazio per circa 40 anni.

 “Molteplici – si legge in una nota degli organizzatori –  le fonti storiche cui ha attinto l’autrice, tra cui la copiosa documentazione dell’Archivio di Stato, (circa 300 mila documenti), le testimonianze orali (coloro che hanno vissuto la fuga e l’esilio, che vi hanno lavorato, e i cittadini di Latina che hanno accolto i profughi) suggestivo materiale fotografico dai fondi Oim (Organizzazioni Internazionale delle migrazioni) e collezioni private, diari, filmati dell’epoca, opere d’arte e altro. Il libro è edito da Tau edizioni e sostenuto da Fondazione Migrantes.

 Ricostruire il microcosmo del Campo “Rossi Longhi” e della città che lo accoglieva significa anche trovare quelle analogie con il fenomeno migratorio attuale, oggi come allora denso di percezioni sbagliate, strumentalizzazioni politiche e scelte poco adeguate. Una parte del volume è dedicata alle testimonianze di persone di Latina che hanno accolto i rifugiati e alle memorie degli stessi profughi che, non ostante siano andati in varie parti dal mondo, hanno mantenuto con Latina un legame molto forte.

La cortina di ferro ha rappresentato una linea di separazione densa di significati, riguardo alla tematica così complessa dei diritti umani. Tra questi il concetto di libertà, nelle sue varie accezioni, è stato cruciale per decidere delle vite di centinaia di migliaia di persone. Ma anche cosa significhi esilio, identità, ideologie, accoglienza, emigrazione, violenza, speranza. Una vicenda in gran parte rimossa dalla memoria storica del nostro paese, che troppo spesso, negli ultimi anni, ha messo l’accento sull’eccezionalità dei flussi migratori verso la penisola italiana, a discapito delle sue radici storiche.

 Il Campo “Rossi Longhi”, insieme ai due Campi che si susseguirono a San Sabba (Trieste) e Padriciano, nell’estremo Nord-Est, rappresentava uno dei capisaldi della gestione umanitaria approntata in Italia all’indomani dell’afflusso di profughi ungheresi a seguito dell’invasione sovietica, mentre un flusso dalla Jugoslavia era iniziato già prima.

 Sull’argomento è stato anche realizzato il docufilm “Fuga per la libertà” che ha avuto la nomination nella cinquina, come miglior documentario al Globo d’oro 2018, (per il cinema è il premio più importante insieme a David di Donatello e Nastro d’argento) e’ stato invitato a molti festival e ha vinto numerosi premi. Uso interno L’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, la Fondazione Migrantes, l’O.I.M. (organizzazione Internazionale delle Migrazioni) e la Robert F. Kennedy Human Rights Europe Foundation hanno concesso il patrocinio”

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista