Giovedì 18 al “Geena” presentazione del libro “Un comunista a Latina” di Marcello Ciccarelli
A cura di Cora Craus –
Giovedì, 18 gennaio alle ore 18 presso il “Geena” pub in via Custoza 2 una nuova presentazione del libro di Marcello Ciccarelli “Un comunista a Latina”, pubblicato da Atlantide editore di Latina, a organizzarla il circolo “Vecchio Stampo”.
Volontà degli organizzatori è mettere a confronto giovani di diversa estrazione politica e culturale attorno a un testo che è “un ritratto interessante e schietto, a volte ironico a volte amaro, dall’interno del Pci latinense tra pregi e difetti di una comunità politica appassionata. Ma anche 50 anni di avvenimenti, soprattutto politici: da Corona a Coletta, dal PCI, appunto, al PD letti attraverso le vicende personali di un romano trasferitosi stabilmente a Latina nel 1972”. Per tale scopo affiancheranno Ciccarelli, Stefano Cardillo, Segretario cittadino di Forza Italia, Stefano Vanzini, Segretario della Federazione locale dei Giovani Democratici e il moderatore dell’incontro Leonardo Majocchi di “Vecchio Stampo” ma anche giovane consigliere comunale del Pd di Latina.
Ciccarelli inizia la sua narrazione proprio quando, giovane “Angelo del fango”, parte in aiuto della Firenze alluvionata nel 1966 a salvare dalle acque il patrimonio della Biblioteca Riccardiana insieme a tanti altri universitari del tempo. L’arrivo a Latina, nel 1971, come docente di matematica presso l’Itis “Galilei” presto lasciato per il liceo scientifico “Grassi” e infine il neonato “Majorana” nel 1975 di cui sarà una “colonna”, molto attivo sul piano della programmazione didattica.
Già iscritto alla sezione Pci della Garbatella una volta a Latina si iscriverà alla sezione “Gramsci”, quella degli “intellettuali” cittadini.
Come sottolineano i rappresentanti di “Vecchio Stampo” sarà possibile fare domande e interventi dal pubblico, uno dei pregi del libro secondo Walter Veltroni che ne ha curato la prefazione è proprio “il confronto con le altre culture politiche […]. Interessante il conflitto tra la città e i borghi, tra i ceti sociali che questa divisione esprime e la formazione di nuovi ceti dirigenti. L’autore non ha paraocchi, e comprende lucidamente i punti di svolta e gli errori commessi dalla sinistra che lui ha attraversato in tante forme, fino alla rinuncia ad avere alcun ruolo politico ma non alla passione civile e a quella politica. Almeno alla politica come piace a lui. E anche a me”.