ED editoriale

Perdona se puoi, ma non dimenticare mai.

di Alga Madìa –

E’ strano, pensavo, spesso la vita ci chiede di dimenticare ma nulla può essere rimosso dalla nostra mente, meno che mai tutto ciò che è stato motivo di gioia. O di sofferenza. La memoria non fa sconti di pena. Se si ha un cuore grande si può anche immaginare di perdonare, ma dimenticare mai. Di fatto impossibile.

Allora oggi è un di quei giorni in cui ci viene chiesto da decenni di non dimenticare.

Oggi, 27 gennaio, ma anche l’11 settembre, il 7 gennaio, e quante, quante altre date dovremmo dimenticare? Eppure, anche quelle in cui ancora non c’eravamo le sentiamo così nostre, così vicine in quella sofferenza senza uguali che può causare la morte di tante persone insieme, per mano di chi prova godimento nell’uccidere, sacrifici umani di così immane portata.

Il genocidio degli ebrei , la Shoah, che si vuole ricordare oggi, vide cadere uno dopo l’altro 5 o forse 6 milioni di ebrei, senza distinzione di sesso e, ciò che è ancor più grave, senza distinzione di età. Uomini, donne, bambini che non avrebbero piu studiato,  giocato, amato.

Una distruzione, una catastrofe mondiale che il mondo non può, ma soprattutto non vuole dimenticare e nemmeno noi di ED.

A dimostrazione che la nostra memoria è vigile e funzionante, che il nostro cuore nonostante i tanti anni trascorsi sia ancora accanto a quella popolazione che non aveva nessuna  altra colpa  se non quella  stampata sul documento di identità, la redazione di ED ha deciso di pubblicare oggi solo articoli che esprimano la nostra ferma condanna a quel mondo parallelo al nostro, che considera la vita umana meno che nulla. Un mondo che combatteremo sempre, con l’arma più efficace: la nostra penna.

Edward R. Murrow, il 12 aprile del 1945 concluse così il suo reportage: “Vi prego di credere a ciò che ho detto a proposito del lager di Buchenwald. Ho riferito solo quello che ho visto e sentito. Io non ho parole….Se vi ho sconvolto con questa cronaca piuttosto edulcorata di Buchenwald, non me ne scuso”.
Il giornalista era entrato nel campo di concentramento  assieme alle truppe americane e vide con gli occhi ciò che nessun uomo dovrebbe mai vedere.

Nessuno dimentichi quindi, davvero nessuno può farlo perché sarebbe una mancanza di rispetto verso noi stessi e verso l’intero genere umano.

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