A Sabaudia torna la mostra d’arte contemporanea “MAD DONNA 2024”
di Cora Craus.
Curata da Fabio D’Achille con il coordinamento della FIDAPA Sabaudia e Daniela Picciolo MAD DONNA 2024 è un’intensa mostra “al femminile” di arte contemporanea, dove si alternano opere figurative, sculture e installazioni esposte al museo Emilio Greco, nel cuore della città giardino per antonomasia: Sabaudia.
Il vernissage sabato 9 marzo alle ore 16:30 ad ingresso libero; la mostra sarà visitabile fino al 2 aprile.
Ventiquattro artiste espongono la loro arte ma, soprattutto, il loro animo, le lotte delle loro emozioni, del loro impegno sociale, culturale e civile inscritto nel loro Dna. Da sempre, istintivamente, l’arte è di per sé rivendicazione di libertà. Bruce Lee amava dire che: “Lo stile di un artista è la sua anima resa manifesta”. In questa mostra, non temiamo di essere smentite, l’arte delle donne è poesia viva, poesia visiva.
Per la Giornata Internazionale della Donna, un coro polifonico di voci femminili, compagne, amiche, sorelle grazie a MAD, Museo d’Arte Diffusa, parla con una voce forte, chiara: la voce dell’arte che trascina sul proscenio anche la voce di tutte quelle donne cui per secoli è stata negata la possibilità di esprimere i propri talenti. Senza dimenticare che, in alcune parti del mondo, del nostro pianeta, ancora oggi, è loro negata questa libertà. Ecco, noi crediamo, che le artiste al Museo Emilio Greco facciano sentire la voce anche per loro, d’altronde l’arte, fin da quella rupestre è sempre stata comunicazione.
Personalmente, ringrazio le artiste con autentica gratitudine, perché considero quest’evento un abbraccio per le bambine, le donne di Gaza come per le donne, le bambine ucraine, le compagne curde e per te compagna, sorella che riposi in fondo al Mare Nostrum, al Mediterraneo, cui non siamo stati capaci di tendere la mano per portarti in salvo.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, noi, donne dell’occidente, almeno la maggior parte, riceveremo fiori e cioccolatini un gesto di affetto, di rispetto dei nostri fratelli, mariti, padri, figli… ecco vorremmo “barattare” questo loro omaggio in cambio di parole chiare, dure di assoluta distanza e disprezzo verso i loro simili autori di femminicidi, di violenze domestiche, di un’arcaica e patriarcale concezione della donna come possesso, come oggetto utile, per le più fortunate: oggetto ornamentale.
Pablo Picasso, il primo artista che rinunciò al prestigioso cognome del padre per assumere, nel 1901, il cognome della madre (Maria Picasso) perché lo riteneva più “armonioso”, ebbe a dire: “L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita”.
L’arte come balsamo per le ferite, come forza guaritrice e purificatrice, come messaggio di pace ecco credo che questo rappresenti l’unione di tante artiste a Sabaudia per la diciassettesima edizione di questa rassegna d’arte contemporanea delle donne.