Storia locale e autori pontini. “Nonno Peppe e la mia America” di Pietro Vitelli.
Di Cora Craus –
Il libro di Pietro Vitelli “Nonno Peppe e la mia America – L’universo in un guscio di noce. Tutto è connesso” (Ed. Atlantide – Pag.258 – € 25) è un saggio biografico scritto con un dialogo interiore quasi un flusso di coscienza, lo definiremmo un “taccuino della memoria collettiva”, che partendo dal particolare, dal familiare: la ricostruzione della biografia del nonno materno corese, il quale provò a vincere la povertà affrontando la dura esperienza dell’immigrazione in America ai primi del ‘900, diventa la storia di un uomo che s’interseca nella grande migrazione dal centro-sud dell’Italia, con la grande Storia: due guerre mondiali, il fascismo, con i grandi mutamenti sociali dell’umanità che hanno caratterizzato il Secolo Breve.
Un viaggio immersivo nelle proprie radici sul come si sono formate. Il libro, un saggio lucido e realistico supportato da una quantità di documenti e di informazioni con il valore aggiunto di uno stile narrativo che racchiude squarci lirici e arricchito da una densa appendice fotografica familiare una testimonianza “in diretta” della ricerca. Un’importante lettura per tutti gli amanti delle biografie e delle ricostruzioni storiche.
Tra le pagine di “Nonno Peppe e la mia America” vi sono momenti commoventi e una complessa panoramica del formarsi e dell’evolversi della civiltà americana che ingloba una vera galassia di umanità. L’autore percorrendo innumerevoli vie, svariati Stati da New York, alla Florida, alla Louisiana, al Canada ci racconta, abitando, anche un immaginario spazio tempo, il dinamismo, la vitalità, i luoghi, le istituzioni di una terra nuova che tanto deve alle braccia e alla cultura europea.
Noi segnaliamo le pagine dedicate ad Enrico Tonti, che sul finire del 1600, fu il primo europeo, che insieme all’esploratore francese Renè Robert Cavalier de La Salle, a raggiungere le cascate del Niagara. Tonti, un personaggio originario di Gaeta quindi estraneo alla saga familiare e alla stessa Cori cui però l’autore ha dedicato un importante pubblicazione.
Pietro Vitelli, come abbiamo già detto, narra la ricostruzione biografica in prima persona cosa che gli permette di partecipare emotivamente, di immaginare con l’animo, prima ancora che con la fantasia guidata, quello che non può documentare, un escamotage che coinvolge il lettore/trice nei sentimenti, nelle speranze, nelle paure del protagonista principale: Giuseppe Ferrone, nonno Peppe e della miriade di personaggi, parenti di vari gradi e generazioni che affollano il libro.
In alcuni viaggi sulle tracce di nonno Peppe, l’autore, portò l’intera famiglia la quale visse diversi avvenimenti, alcuni divertenti e altri tragici, furono testimoni di scene cittadine, raccolte al volo tra le strade delle varie città che poi, negli anni, si sono trasformati in aneddoti dando vita ad un vero e proprio “Lessico familiare” di Casa Vitelli.
Il motivo profondo che ha spinto l’autore ad affrontare questo impegno letterario lo confida lui stesso nelle pagine del libro: “ L’impulso a raccontare la storia di mio nonno si è generato in me dalla triste constatazione che già il terzo discendente di una persona non conosce più neanche i dati biografici minimi dei propri avi, quali le date di nascita e di morte, la tomba dove riposano, il matrimonio, la parentela, il mestiere svolto, dove hanno vissuto ecc. poiché io sono convinto che noi siamo anche il passato di chi ci ha preceduto, ritengo questo stato delle cose negativo e se possibile voglio aiutare, anche con l’esempio che può fornire questo lavoro, a squarciare lo stato corrente delle cose perché niente può farci capire chi siamo come il conoscere, almeno nell’essenziale, la vita di chi ci ha preceduto”.(pag.20/22)
Il lettore/trice immergendosi nella lettura si sentirà coinvolto dalle storie uniche e comuni che lega i nostri emigranti, persone poverissime, la cui prima sfida era trovare i soldi per imbarcarsi e per l’immediata sopravvivenza, “Nelle campagne italiane – scrive Vitelli – si viveva di fatica e di stenti tra soprusi, contratti iniqui e salari miserabili e molti ebbero il coraggio di emigrare”.(pag.30)
Giovani che partivano equipaggiati solo dalla speranza di un futuro migliore per loro ma soprattutto per la famiglia che lasciavano. Sono storie di solidarietà, storie di immane fatica e umiliazione esattamente come quella di nonno Peppe. Ma è anche la scoperta di un nuovo mondo che cambierà per sempre il modo di approcciarsi alla vita e per qualcuno diventerà la nuova patria. E nonno Peppe diventerà un mitico nonno d’America o tornerà nella sua amata Cori pronto a dare una nuova svolta alla sua famiglia grazie al “gruzzoletto americano”?