“Ombre in laguna: chi ha spento il sorriso di Sissy?” nuovi interrogativi nella serata “GialloCronaca live” condotta dal giornalista Rai Edoardo Lucarelli a Maenza
A cura di Cora Craus –
GIALLOCRONACA torna in piazza. L’evento, ideato e condotto da Edoardo Lucarelli, giornalista inviato di Rai 1, è atteso per sabato 6 luglio, a partire dalle ore 21. Teatro della manifestazione, la splendida Loggia dei Mercanti di Maenza. Come consuetudine del format, anche in questa occasione, attraverso la proiezione di filmati, documenti inediti e un dibattito aperto al pubblico, si approfondirà uno dei casi di cronaca più appassionanti e controversi degli ultimi anni: il giallo della morte di Mariateresa Trovato Mazza, per tutti SISSY. Interverranno alla serata di GIALLOCRONACA LIVE a Maenza, Salvatore Trovato Mazza, il papà di Sissy; Patrizia sorella della ragazza. Per l’analisi investigativa e criminologica, l’attesissima partecipazione della Dott.ssa Gabriella Marano, psicologa forense, criminologa, noto volto televisivo e consulente di parte in molti dei più importanti casi di cronaca giudiziaria degli ultimi anni.
Troppi i dubbi, tanti gli interrogativi rimasti senza una risposta sul caso MariaTeresa Trovato Mazza, “Sissy”. Cosa aveva davvero scoperto? Forse rapporti promiscui in carcere, forse un traffico di droga e delle irregolarità amministrative. Era integerrima, idealista, testarda. La sua tenacia potrebbe aver armato la mano di qualcuno? Sissy è stata davvero assassinata, come pensano i suoi familiari? Il GIP, per due volte, ha ordinato nuove indagini respingendo l’istanza di chiusura del caso. La tragica morte di Sissy Trovato Mazza non conosce ancora un perché. Il giornalista Rai e la criminologa forense proveranno ancora una volta ad analizzare le prove e le ipotesi in una serata che si prospetta profondamente emozionante e toccante.
Chi era “Sissy” la giovane e apprezzata agente di Polizia Penitenziaria?
“Sissy, – si legge in una nota degli organizzatori – calabrese di Taurianova e giovane agente della Polizia Penitenziaria presso il carcere femminile delle Giudecca di Venezia, l’1 novembre del 2016, mentre è in servizio, viene trovata in fin di vita nell’ascensore dell’Ospedale Civile locale. Rimarrà in coma, senza più riprendere conoscenza, fino al gennaio del 2019. A provocare la morte della poliziotta, le conseguenze di un colpo di pistola esploso a brevissima distanza dalla testa mentre è nell’ascensore di un padiglione del nosocomio. Chi ha premuto il grilletto dell’arma di ordinanza? Perché, se si è trattato di un tentativo di porre fine alla propria esistenza, sulla Beretta calibro 9 non sono state trovate tracce di sangue, la giacca di Sissy appariva pulita e, secondo una delle prime relazioni mediche, il revolver viene descritto ancora in mano all’agente dopo lo sparo che si rivelerà tragicamente fatale?
Per la Procura si è trattato di un tentativo di suicidio, i familiari non hanno mai creduto all’ipotesi che Sissy volesse farla finita e, in questi anni, programmi televisivi e giornali hanno raccolto il loro grido disperato deche chiede chiarezza e giustizia”.