Latina. Vincenzo Cotesta con la mostra fotografica “ENCORE” presso il Poeta lunch bar
A cura di Cora Craus –
Da sabato,3 agosto fino domenica, 8 settembre presso il Poeta Lunch bar, in Piazza del Popolo, curata da Fabio D’Achille la mostra fotografica “ENCORE” di Vincenzo Cotesta. L’evento rappresenta l’esordio pubblico di un giovane fotografo lepino che così descrive la sua opera: “Encore” è composta da due serie distinte, opposte sia visivamente che per concetto, ma che sono in realtà “facce della stessa medaglia”. La prima, “Atoms”, è uno studio, una ricerca sul corpo, sulle sue forme, e sulle sue prospettive. La seconda, “Mantra”, è una ricerca sulla figura umana che, qui, non è materica ma è eterea, ed è sublimata dalla sua caratteristica puramente fisica.
Ho pensato di voler mantenere un piccolo formato (18x24cm) in quanto sento il bisogno di un rapporto più intimo tra lo spettatore e lo scatto, vorrei che le persone si avvicinassero ed entrassero in contatto con la fotografia così come ho fatto io attraverso il mirino della macchina fotografica. Questi scatti sono pensati come dei “dittici”.
Chi è Vincenzo Cotesta il giovane fotografo lepino autore di “Encore”?
Vincenzo Cotesta,classe 2004, entra in contatto con la fotografia sin dalla tenera età, riscoprendola poi da adolescente. Viene influenzato dalla fotografia giapponese e dal Surrealismo. Ad oggi è studente di fotografia all’Accademia di Belle Arti di Roma. La serie “Encore” è il suo esordio pubblico (2024).
Il curatore Fabio D’Achille cui si deve la scoperta di questo giovane talento così lo presenta nel testo curatoriale che accompagna la mostra: “Il giovanissimo autore lepino (vive a Roccagorga) propone una serie di ventidue scatti fotografici che portano intimamente il visitatore a contatto con le sue visioni. Il fascino del bianco e nero restituisce a questo corpo femminile una sua profonda sinuosità. Il corpo diventa immediatamente paesaggio e il contrasto delle silhouette femminili s’incontra con un studio personalissimo delle ombre e delle forme narrate. Il segno di Vincenzo è netto quasi inequivocabile. L’intimità e la fascinazione femminili collimano in questi dittici nel particolare profondo, nelle molteplici tonalità del grigio e nelle precise linee spaziali tra la donna e il vuoto che la circonda e la riempie. Quando s’incontrano visivamente la pelle, le ossa, i muscoli, lo spazio si colma di percezione diretta mentre nella foto opposta la sagoma è unica e sola nello spazio… c’è il tempo di respirare un attimo e di cercare la foto successiva per ripetere l’emozione nuovamente. Il tutto succede undici volte e la dodicesima è per ringraziare l’artista e la sua musa ispiratrice per averci dato il “punctum” di Encore”.