ED Abitare l'Agro PontinoED AttualitàED CulturaED in primaED Libri

Il libro. “Non esistono cause perse – Gli avvocati e la strada” di Antonio Mumolo e Giuseppe Baldessarro

Di Cora Craus –

 Quanto vale una carta d’identità? Per alcuni italiani o stranieri, semplicemente, una vita. L’ interrogativo è nato partecipando alla presentazione del libro di Antonio Mumolo e Giuseppe Baldessarro “Non esistono cause perse –  Gli avvocati e la strada” (pa. 150 – Ed. Intra – €15) Una presentazione lontana dai soliti canoni, cominciando dal luogo il sessantesimo sportello, in Italia, dell’Associazione “Avvocato di strada” presso un locale della chiesa dell’Immacolata a Latina. L’evento è stato coordinato dalla giornalista Graziella Di Mambro, Responsabile Nazionale per la Legalità di “Articolo21”.

 Antonio Mumolo, uno degli autori, avvocato e fondatore dell’associazione, “Avvocato di strada” nata a Bologna nel dicembre del Duemila, ha voluto ricordare, all’attentissimo pubblico “Oggi siamo diventati lo studio legale più grande d’Italia, nemmeno gli studi di consulenza delle multinazionali hanno più avvocati di noi. E siamo anche lo studio legale che fattura di meno, praticamente niente. Gli utenti non pagano nulla, gli avvocati non guadagnano nulla. Se si vince la causa e la controparte viene condannata a pagare le spese legali, l’avvocato le deve devolvere all’associazione, come stabilisce lo Statuto. Il nostro è, e deve restare, volontariato puro”.

 Una lezione, anzi, una conversazione, perché nessuno è salito in cattedra, di educazione civica, di solidarietà, di rispetto per la persona al suo valore in sé per sé, il racconto di un vivere con-passione il proprio lavoro, il proprio ruolo di avvocato. Un intenso intervento ha sottolineato il valore della parola “diritti”, tutt’altro che scevra da doveri, il cui suono: “diritti”, non magnanimità, non elemosina, non meritevole concessione, ha reso, istintivamente, la postura più eretta e le spalle più aperte nell’uditorio.

 Nel libro vi è una breve narrazione di cosa sono gli avvocati di strada, di cosa si occupano, qua è il loro metodo; ricordo che tutti gli introiti ricavati dalla vendita del libro andranno all’associazione.

 Tra le pagine del libro sono narrate le storie di tante “pratiche” dietro le quali vi sono emozioni, sentimenti, vite incrinate, vite spezzate, diritti negati.  Immergersi nella lettura del libro ha significato, oltre, che incontrare la bella prefazione del Cardinale Matteo Maria Zuppi, incontrare nuovi amici, togliere tanti tasselli al muro della paura, della diffidenza, dei pregiudizi, in definitiva alla singola e comune ignoranza nei confronti dei senza fissa dimora, davvero gli ultimi tra gli ultimi.

 Il pensiero va subito ai clandestini, certo, sì, vi sono tanti di loro, ma si incontrano anche tanti “normali italiani” fino a un attimo prima ed ora sono dei senza fissa dimora, dei “non nati” perché non hanno più diritto ad essere iscritti all’anagrafe ad avere la carta d’identità, ad esistere.

 Storie che troverete narrate, da Giuseppe Baldessarro, cronista del La Repubblica, con stile giornalistico: precisione e leggerezza. Nei tanti episodi vivrete le amare vicissitudini dei protagonisti come quelle di Guido in “Buon vento” (nome di fantasia come tutti gli altri, solo i nomi sono di fantasia). Parteciperete al dolore a lieto fine di Marco nel bel racconto “Papà”. Incontrerete Emilio, Fabio, Roberto, la cui disavventura sembra tratta da un’amara commedia di Eduardo De Filippo. E, ancora, Stefano con i morsi della fame che l’attanagliano. Le speranze di Bruno uccise da una truffa, sentirete l’amaro, acido sapore dell’umiliazione di Anna la cui unica colpa è essere povera e… tante altre.

 Racconti brevi, fulminanti, difficili da parcheggiare nelle pieghe dell’oblio a lettura terminata e questo è un grande valore aggiunto. Dal libro una citazione di Piero Calamandrei: “La legge è uguale per tutti” è una bella frase che rincuora il povero, quando la vede scritta sopra le teste dei giudici, sulla parete di fondo delle aule giudiziarie; ma quando si accorge che, per invocar la uguaglianza della legge a sua difesa, è indispensabile l’aiuto di quella ricchezza che egli non ha, allora quella frase gli sembra una beffa alla sua miseria”

Previous post

CHIRURGIA CONSERVATIVA NEL CANCRO DI MAMMELLA: UN PARADIGMA INNOVATIVO PER VALUTARE LE PERFORMANCE SANITARIE ATTRAVERSO LE ESPERIENZE DELLE PAZIENTI “CHIRURGIA CONSERVATIVA IN BREAST CANCER. MISURE DI ESITO RIPORTATE DALLE PAZIENTI: PREMs e PROMs”.

Next post

La rassegna “Vie della Scena” presenta “Weisz, con la W”, di e con Simone Salusest.

Cora Craus

Cora Craus

Giornalista