Così fan tutti! Testimonianze di grammatiche dimenticate.
di Emanuela Federici –
Lei: “Beh, dopo cena però… non mi va tanto di stare in giro!”
Lui: “Mmmmhhhh… Ok. Parcheggio sul retro e faccio uno squillo quando sono al portone?”
Lei: “… Come sei sagace! :)”
Lui: “Saga… che? Hahahahahahaha”
Lei: “O_O”
Ed è così che con meno di tre misere lettere si può distruggere un’intera settimana di amoreggiamento. Basta un “che?” e l’intera visione di una vita accanto ad un marito brillante lascia il posto a una ripugnante inquadratura di un uomo sprofondato in una poltrona, con tanto di telecomando in mano e una macchia di sugo sulla canottiera, accanto alla catenina d’oro.
Quando nei rituali moderni di corteggiamento vengono a galla certi strafalcioni, non c’è intesa che tenga. I cosiddetti “orrori della grammatica” mietono più vittime del raffreddore.
Sarà che oggigiorno (no, non si scrive “oggi giorno”!) siamo convinti di sapere tutto solo perché abbiamo a disposizione la nostra bella connessione internet puntata su Wikipedia. O magari perché abbiamo perso quella fame di conoscenza che una volta faceva la differenza nella scelta del partner.Ora bastano una macchina all’ultimo grido e un risvoltino ai pantaloni, ed ecco che quei libri accatastati, comprati durante i funesti anni di scuola, si illuminano (forse per la prima volta) in un generoso falò.
Sta di fatto che adesso “conoscere qualcuno” significa passare sopra una gamma infinita di lacune grammaticali che farebbe rabbrividire le nostre vecchie e care maestre delle elementari! Profonde conversazioni su WhatsApp ci mettono alla prova quotidianamente: c’è chi inizia la giornata bello “entusiasto” (… già) e chi rimanda a “sta sera” (sempre staccato, mi raccomando); chi viaggia in “auto strada” (per distinguere tra il mezzo e la via) e chi ha fatto tardi con “Treni Italia” e arriva “dopo domani” (perché non si sa bene quando!).
C’è poi lui, che non lo fa mai “a posta”, chi lo fa “continua mente” (o anche “nuova mente”) e mai “sporadicamente”, ma solo perché non ha avuto il tempo di andare a leggere il significato sul dizionario online.
E chi si innamora poi, si sa, è cotto “appuntino” (e qui non commentiamo), “quanto meno” in apparenza.
Le parole composte, quindi, sono un incubo dei ragazzi d’oggi, ormai è appurato. Ma ben altre frontiere sono state raggiunte. Quelle del troncamento e dell’elisione. Frasi come “Ma cosè?” lasciano impietriti. In questi casi la domanda esce spontanea: come si fa a sbagliare? Ragionevole il dubbio sul non tradizionale “qual’è” che al giorno d’oggi si può trovare nei libri dei persecutori delle lingue vive in continua evoluzione. Si riuscirebbe a capire anche “buon’uomo”, perché magari qualcuno potrebbe ignorare l’esistenza della parola “buon” nella lingua italiana. Ma caspita, “cosè” non esiste! Anche il T9 te lo dà sbagliato! È come scrivere “cosa centra?”… Cosa centra dici??? Non credo tu abbia centrato proprio nulla, mi spiace!
Sono errori, questi, che mi rimandano all’immagine di te che spieghi a nostro figlio “l’itagliano” e mi fanno cadere in depressione! E’ come dire “Vorrei che lei stasse qui”: improponibile! Non comparabile nemmeno al tanto rinomato “a me mi piace”.
La donna moderna vuole un uomo forte e virile, ma anche in grado di usare il congiuntivo! Ormai i film ci hanno viziate con questo ideale di uomo dalla voce profonda, un po’ roca, che ti parla come se stesse leggendo un verso di Baudelaire. Quindi se ti si piazza davanti un uomo che ti dice “Ammazza che figa che sei! Se ‘sti stivali erano stati bianchi eri in pan dan colla borza!” tu come minimo inizi a cercare lo spray al peperoncino mentre componi il 113!
A questo punto mi sento in dovere di dispensare un suggerimento: ragazzi miei, quando iniziate a corteggiare una donna in grado di leggere un libro diverso da quelli di Moccia, non aprite un mutuo per regalarle la tracollina di Chanel o per pagarle una cena al ristorante francese; piuttosto leggetevi un bel corso intensivo di grammatica! E vedrete che a quel punto nemmeno la suocera la farà andare via!