Morte in utero, The Lancet lancia una indagine mondiale
di Stefania Belmonte –
E’ una vera e propria chiamata di ricerca quella che ha lanciato la rivista medica The Lancet. In Italia è Ciao Lapo onlus l’associazione responsabile della raccolta dei dati, sotto il coordinamento di Claudia Ravaldi e Alfredo Vannacci, medici fondatori dell’associazione e membri italiani della comunità scientifica che sta portando avanti il progetto, ma prima di tutto genitori colpiti dal lutto perinatale per la morte del loro Lapo.
L’associazione sta diffondendo l’iniziativa per raccogliere i dati tra tutti coloro che, nella loro vita, in diverse vesti, si sono trovati ad affrontare il triste evento della morte in utero. Si calcola che, solo in Italia, sei famiglie ogni giorno vivono il dramma del dare alla luce un bimbo senza vita.
La morte di un figlio che sta per nascere è un evento devastante per la famiglia che lo vive ed una realtà spesso inconsciamente rifiutata dalla società, diventando un tabù. Sogni e speranze si infrangono all’improvviso, lasciando un vuoto difficile da tamponare. Spesso questa realtà ed il lutto che ne deriva, chiamato lutto perinatale (che riguarda, per definizione, la perdita di un figlio che avviene tra la 27a settimana di gravidanza e i 7 giorni dopo il parto), è ancora un argomento non facilmente affrontato neanche nei punti nascita.
Gli obiettivi della ricerca – Lo scopo dell’indagine dell’International Stillbirth Alliance è anche questo: rompere il silenzio sul problema (#breakthesilence), sensibilizzare l’opinione pubblica ed il mondo della sanità con dati attendibili e significativi sul lutto perinatale. L’indagine vuole anche individuare azioni d’intervento per la prevenzione della morte endouterina e per migliorare l’assistenza ai genitori e alle famiglie coinvolti.
Sono chiamati a partecipare alla raccolta dati i genitori, i familiari, cittadini comuni ed operatori sanitari che possano fornire dati utili. Nella sezione dedicata sul sito di Ciao Lapo onlus sono disponibili i link attraverso i quali fornire la propria testimonianza.