ED Intervista

Jamila Batest, danzatrice, invoca un plebiscito.

Per riscattare la sua disciplina da un disonorevole luogocomune –

di Marina Cozzo –

Quando la cultura è deficitaria, limita le prospettive, le visuali e colma gli animi di pregiudizi.
Così Jamila Bastet, titolare dell’Accademia Danze orientali Zahir Egypt di Aprilia, sta promuovendo una petizione affinché la sua disciplina artistica venga rivalutata. “Tutto ciò è scaturito” ci spiega durante l’intervista “ da una puntata di “Uomini e donne” di venerdì 23 febbraio, e più di 5000 ballerine si sono alterate per l’ennesima volta, poiché la nostra danza viene rappresentata e presentata in un contesto di seduzione, facendo cadere in basso tutto il concetto di quella che invece è una comune danza, una comune arte con cui esprimere, così come lo è la danza classica e altre forme di ballo…”

Jamila Batest  la terza da destra, poi da sx Chiara Saccomanno star indiscussa della regione sicilia, Ambili Abraham ballerina internazionale stile bollywood indiana di nascita e nipote del proprietario della cinematic india,  Leyla lur ballerina giudice di gara danze orientali, Jamila Batest, Patrizia tecnico federale danze orientali

Jamila Batest la terza da destra, poi da sx Chiara Saccomanno star indiscussa della regione sicilia, Ambili Abraham ballerina internazionale stile bollywood indiana di nascita e nipote del proprietario della cinematic india,
Leyla lur ballerina giudice di gara danze orientali, Jamila Batest, Patrizia tecnico federale danze orientali

E allora la petizione? “Ho ideato questa petizione affinché si possa superare questo becero pregiudizio che associa le danzatrici di ventre alla sessualità. Molte trasmissioni televisive, condotte da personaggi come Maria De Filippi, Barbara D’Urso, e altre… Pensi che ci sono dei Comuni in Italia che vietano le esibizioni, perché ci sono i bambini (io sono madre di tre figli che crescono magnificamente!!), ma i bambini ci adorano!! In pochi giorni abbiamo raggiunto 50 firme, ma dobbiamo rendere ancora più corale il problema, cosicché alla danza orientale venga conferito il giusto e meritevole ruolo di espressione artistica. Approfitto per dire che Aprilia ospiterà a giugno un concorso di danza orientale e sono sicura che verrà accolto nel modo migliore!”
Beh, siamo nel ventunesimo secolo e sentire notizie simili ci fa sorridere, ma non certo le danzatrici in causa, che al contrario sentono l’offesa pesante come un macigno e demotivante verso la loro vocazione artistica, oltre che di donne e mamme.
Forse, l’emancipazione della donna, per cui tante si sono battute strenuamente e della cui audacia e combattività ricorre il festeggiamento tra pochi giorni è ancora poca cosa?
Un tutù di danza classica, un abbraccio con il partner, non è forse più sensuale e provocante e censurabile?

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Marina Cozzo

Marina Cozzo

Giornalista