Sesso a tutte le età, Maria e il piacere negato
di Luisa Belardinelli –
Chi ha detto che dopo i cinquant’anni non è più così importante fare sesso?
Secondo un’indagine sulla salute sessuale (Pfizer Global Study of Sexual Attitudes and Behaviors) dopo i 40 anni, su oltre 26.000 uomini e donne di 29 paesi nel mondo, oltre il 60% delle donne di età compresa tra i 40 e gli 80 anni afferma che il sesso è una parte essenziale della propria vita.
Avrebbe dovuto informarsi il Giudice della Corte Suprema Amministrativa lusitana quando, non molto tempo fa, dichiarò che “il sesso per una donna dopo i 50 anni è meno importante”.
E’ una storia per così dire assurda, di malasanità e di insensibilità, quella di Maria, portoghese di 69 anni, ex donna delle pulizie. Nel 1995, su consiglio del suo medico, si sottopone a un intervento chirurgico alla clinica Alfredo Da Costa di Lisbona per rimuovere delle ghiandole che producono i fluidi per la lubrificazione vaginale. L’operazione apparentemente semplice non andò a buon fine. Maria da quel maledetto giorno non è riuscita più ad avere rapporti sessuali senza avvertire un forte dolore. Non si perse d’animo e attivò una lunga battaglia legale che le fece ottenere un risarcimento di 172.000 euro. La Clinica però andò in appello. E’ notizia di non molti mesi fa che La Corte Suprema ha ridotto il compenso a 111.000.
La cosa però che ha fatto alterare molte persone, opinionisti e associazioni per i diritti dell’uomo, è stata la motivazione del Giudice in merito alla riduzione del compenso: “Maria era già madre di due figli e aveva 50 anni, età in cui il sesso per una donna non ha la stessa importanza di quando si è giovani”.
E’ sconcertante leggere queste dichiarazioni. Chi può negare il diritto a provare piacere sessuale? Ridimensionare un compenso è come sminuire il dramma subìto da questa donna. Il desiderio sessuale è illimitato, muta di certo nel tempo, cambia ‘forma’ ma non svanisce!
Il verdetto del Giudice ha diviso l’opinione pubblica. “Il mio punto di vista – ha sostenuto provocatoriamente João Gama, professore di diritto all’Università cattolica di Lisbona – è che i giudici valorizzano la vita sessuale degli anziani, solo se sono ricchi e maschi. La sentenza della Corte riflette un pregiudizio sessista e socioeconomico: il fatto che la donna sia una semplice donna delle pulizie non l’ha aiutata. (…) Lo stesso tribunale amministrativo ha risarcito abbondantemente un ricco uomo di mezza età a cui era stata asportata erroneamente la prostata”.
Rosa Monteiro, vice presidente di APEM (Associazione Portoghese sugli studi delle donne) sottolinea come si insiste nel “negare i più elementari diritti delle donne”. L’avvocato di Maria, Parente Ribeiro, ha dichiarato che presenterà una nuova azione legale contro lo Stato per riaprire il caso e impugnerà la sentenza davanti alla Corte Europea dei diritti dell’uomo.
Proteste anche dell’Associazione delle Donne Giuriste del Portogallo, secondo la quali la sentenza “va contro i diritti fondamentali sessuali e riproduttivi delle donne, i diritti fondamentali personali, protetti e tutelati dalla Costituzione e il Diritto Internazionale dei Diritti Umani”.
Le giuriste sottolineano inoltre che “l’età potenzia il pieno godimento della sessualità e criticano i magistrati dell’alta corte per aver attentato contro i diritti costituzionali, fra i quali quello di una vita sessuale attiva”.
Il piacere sessuale è eterno, indissolubile; ognuno di noi, a prescindere dall’età, deve avere il diritto di vivere una sessualità attiva e soddisfacente! Maria, lottiamo con te!