Vbac, Sara: “Provarci mi ha restituito la serenità”
di Stefania Belmonte –
Vbac (vaginal birth after cesarean) è il parto naturale dopo un cesareo. Per molte mamme rappresenta un vero e proprio riscatto contro il ricordo, a volte pesante, del taglio subìto per avere il primo figlio. Non sempre riesce il tentativo, ma le donne che ci hanno almeno provato, raccontano di aver vissuto meglio il secondo parto.
Oggi a raccontarci la sua esperienza è Sara Cavazza, 30 anni, di Aprilia (Latina), giovane mamma di due maschietti di 3 anni e di 7 mesi. Entrambi i bambini sono nati attraverso taglio cesareo, ma con due storie completamente differenti.
Sara, perché hai scelto di provare la strada della Vbac?
“Ho scelto di tentare la Vbac perché, per far nascere il mio primo figlio, ritengo mi abbiano letteralmente ‘regalato’ un cesareo a dilatazione completa, dopo 12 ore di travaglio senza alcuna problematica evidente. Mi trovavo in una clinica privata convenzionata”.
Come ti sei sentita dopo il primo cesareo?
“Dopo la nascita del primo figlio, mi sono sentita incapace ed in colpa verso di lui per non avergli dato la nascita che meritava. Ero arrabbiata con me stessa: sentivo di non aver combattuto abbastanza, di non essermi saputa ribellare contro chi vuole sempre intervenire, medicalizzare una cosa così naturale come il parto. Mi sono sentita impotente contro chi ti manipola, giocando subdolamente con le tue paure. Senza contare il fatto di non poter accudire tuo figlio dal primo istante, sentire più dolore che gioia”.
È stato per tutti questi motivi che, quando ti sei accorta di aspettare il secondo figlio, hai voluto concederti una seconda chance.
“Certamente. Da subito mi sono informata per la Vbac. Volevo andare sul sicuro e contare su professionisti che ci credono davvero, che al 100% vogliono farti partorire almeno quanto lo vuoi tu. Mi sono rivolta all’ospedale Cristo Re di Roma“.
“Ero a 40 settimane. Il travaglio inizia, poi si ferma. Il bambino si gira in posizione occipito-posteriore. Da una stima del peso, si trova oltre il 90esimo percentile, che sapevo benissimo essere un problema per la riuscita della Vbac. Resto otto giorni in ospedale ed aspettiamo che il bimbo scenda, ma questo non succede. I medici si sono dimostrati molto disponibili, passano altri tre giorni, poi non si può più aspettare: nasce mio figlio, 4,400 kg, con taglio cesareo. Questo taglio è stato meno sofferto, perché è stato davvero necessario: c’erano decelerazioni nel battito durante la contrazione, il bimbo era grande e non potevano stimolare per via del mio primo taglio. Nonostante il parto medicalizzato, mio marito ha potuto assistere alla nascita e mi hanno praticato il taglio tardivo del cordone. Mi hanno dato subito mio figlio, senza prima lavarlo. Tutto questo è stato possibile anche grazie alla disponibilità del primario, il dottor Piscitelli: mi rimarranno per sempre nel cuore il suo incoraggiamento e poi il suo sostegno”.
Stai pensando ad un terzo figlio?
“Se avrò un altro figlio, tenterò sicuramente una Vba2c, il parto naturale dopo due cesarei. Per ora, a Roma, lo fanno soltanto al policlinico Agostino Gemelli, ma chissà se in futuro sarà possibile farlo anche in altre strutture, per dare a molte più donne questa possibilità”.
C’è qualcosa che senti di dover dire alle altre mamme che stanno intraprendendo questo percorso?
“Alle donne consiglio di non fermarsi al primo rifiuto. Credeteci, documentatevi, non arrendetevi a chi cerca di manipolarvi usando le vostre paure come arma. Date fiducia al vostro corpo, ma ovviamente andate in strutture che hanno numeri su carta. Non andate da chi dice sì, ma in realtà non vi farà mai partorire naturalmente”.