Tatuarsi per raccontare se stessi
di Elisabetta Calandrini –
Ho letto da qualche parte che un corpo senza tatuaggi, non ha nulla da raccontare. Anche se non sono pienamente d’accordo, appoggio l’idea che qualcuno per raccontare se stesso, anziché usare carta e penna, si serva di inchiostro e pelle portandosi a spasso la firma dei propri ricordi. In effetti, attraversando moltissime culture, sia antiche che contemporanee, ci accorgiamo che l’uso del tatuaggio ha accompagnato l’uomo per tutta la sua esistenza. Oggi tatuarsi è diventato un fenomeno di massa, una moda che spinge milioni di persone di qualsiasi età a lasciare sul proprio corpo un segno indelebile in grado di comunicare, abbellirsi, esorcizzare le paure.
Gli studiosi del comportamento hanno affermato che la spinta a desiderare un tatuaggio è probabilmente quella di portare a galla un lato della nostra persona che teniamo comunemente nascosto: un particolare, l’amore per qualcuno che difficilmente tendiamo ad esternare. In poche parole, decorare la propria pelle ha assunto il significato di espressione dell’interiorità.
Nel passato la cultura cristiana ha relegato l’uso del tatuaggio alla clandestinità arricchendola di nuovi significati negativi e di opposizione. A questa censura si aggiungeva anche il tabù del tatuaggio fatto su un corpo femminile. Lo racconta Margot Mifflin, professoressa associata alla City University di New York, nel suo libro ‘Corpi sovversivi’. Oltre 200 immagini che attraversano epoche e condizioni, raffigurano donne poeticamente tatuate. Donne diverse per aspetto, professione e cultura ma accomunate dall’esigenza di voler raccontare se stesse attraverso la propria pelle. Ammirevoli antenate si distinguevano dal resto della società e sceglievano di vivere le loro vite “ai margini” di chi le disprezzava, con tutti i vantaggi e gli svantaggi.
Il corpo tatuato della donna di oggi è invece aperto a mille racconti: le immagini riportate su internet mostrano giovani ragazze tatuate ovunque, dalle spalle alla punta delle dita. Alcune sono molto eleganti nel loro vestito fatto d’inchiostro colorato, un libro aperto di una vita ancora tutta da vivere. Ogni parte del loro corpo rivela qualcosa che non è stato ancora vissuto ma che trasmette sensualità.
“Molte donne desiderano farsi tatuaggi e li considerano belli, ma gli uomini li considerano poco attraenti, poco femminili e appariscenti” , lo afferma il responsabile di ECigaretteDirect sulla base di un sondaggio condotto in Gran Bretagna. Su 500 campioni, il 37% degli uomini considererebbe il tatuaggio l’elemento meno affascinante di una donna e il restante 78% lo inserisce in un elenco delle cose che proprio non apprezzerebbero mai.
Insomma, care donne, se da un lato tatuarsi significa giurare amore eterno o riprendersi dopo il dolore di un abbandono, ricordate anche che liberarsene potrebbe essere molto più difficile che allontanare un marito noioso e nullafacente.