ED Intervista

Marilena Sovrani. Assessore (e donna) a 360 gradi

di Emanuela Federici –

Quando pensiamo ad un politico spesso lo immaginiamo con quell’aria spavalda di chi sa tutto e non lascia trapelare neanche la più piccola emozione. Qualcuno di cui ci si dovrebbe fidare con parsimonia e che magari mentre parla con te sta già escogitando mille modi diversi per tirare acqua al proprio mulino. Poi però ci sono persone che ti sorprendono, semplici, dirette, schiette, come Marilena Sovrani.

Attualmente Assessore alla Cultura del Comune di Latina, la Signora Sovrani, l’abbiamo incontrata al Convegno “Donna Oltre”, durante il quale è intervenuta sul tema della violenza sulle donne, e ci ha raccontato qual è la sua visione della donna nell’attuale contesto socio-lavorativo.

“La parità nei luoghi di lavoro non è ancora una cosa che può essere data per scontata. È davvero difficile trovarla nel campo politico e in altri ambiti ancora non è stata raggiunta al 100%. Purtroppo c’è ancora tanto da lavorare. La donna dovrebbe stare anche al centro delle “attenzioni” di quelli che possono essere gli sviluppi di un’amministrazione o di un’azienda, o comunque in tutti gli ambiti. Da recenti notizie sui giornali è evidente che le prime ad essere licenziate in un’azienda sono proprio le donne, perché comportano maggiori problemi, anche nella gestione del loro tempo, lavorativo e familiare. Le istituzioni purtroppo non offrono la possibilità di un’appropriata conciliazione dei tempi di questi due aspetti della vita. Quindi la donna, inevitabilmente, si trova ad affrontare una gravidanza, la crescita dei bambini o anche le piccole cose di tutti i giorni come un problema. E questo è davvero inaccettabile al giorno d’oggi”.

 

Come ha percepito la festività appena passata dell’8 marzo, in particolar modo nella nostra città?

“A mio avviso questa festa che sta cambiando anche le donne. Fino a poco tempo fa veniva svolta in modo goliardico, quasi a rappresentare la frustrazione della donna che aspettava proprio l’8 marzo per fare chissà cosa. Mi sembra invece che ora stia crescendo culturalmente e la dimostrazione è che proprio quest’anno a Latina sono state organizzate tante iniziative e tanti convegni con lo scopo di mostrare la donna sotto diversi aspetti. Dal campo artistico a quello dell’associazionismo, che la vede impegnata per lo sviluppo culturale di se stessa e del proprio territorio. Si denota quindi questo sviluppo culturale e sociale all’interno del pensiero e dell’opinione che si ha della festa della donna”.

 

Crede che questa disparità sia ancora dovuta a qualche chiusura da parte dell’uomo?

“Credo che l’uomo abbia sempre avuto un po’ paura e timore della donna, perché noi non siamo limitate a nulla, siamo molto lungimiranti, siamo testarde. Per noi volere è potere. La donna sa pensare su più fronti e questo, diciamocelo, fa anche un po’ paura all’uomo! La parità dovrebbe essere di fatto, naturale, dovrebbe esprimere il diritto naturale dell’essere umano, a prescindere dal sesso”.

 

Lei è sempre stata in politica fin da ragazza quasi. Quali sono le difficoltà e quali sono invece le possibilità in più che può avere una donna in questo ambito?

“Prerogative ce ne sono state ben poche. Tutta la mia attività politica, tutto il mio servizio alla comunità (così mi piace chiamarlo), è stato sempre una salita, una vera e propria scalata. Perché nei partiti sono sempre un po’ maschilisti. Tendono a tenerti da parte anche se sei capace, anche se dimostri che, a parte l’aspetto, hai delle qualità. Anche se quelle qualità potrebbero portare dei benefici ai partiti. Sono arrivata ad essere assessore dopo circa 27 anni di attività. Però è stato un percorso molto complesso, molto complicato. Sono stata parcheggiata per 15 anni in circoscrizione. Poi ho deciso di cambiare filosofia. Ora non vedo più tutto al negativo. Questo mio tempo passato in circoscrizione, che mi ha visto negli ultimi 5 anni presidente di una circoscrizione grandissima, la più grande di Latina, mi ha permesso di formarmi sia amministrativamente che politicamente. Quindi ho fatto una vera e propria palestra. Mi è stato insegnato tanto e ho imparato tanto. Per cui sono arrivata nel 2007 ad essere consigliere con delle basi che forse neanche gli uomini hanno. Ormai conosco la macchina amministrativa molto bene, la parte burocratica, e questo è fondamentale secondo me per un politico. Conosco lo statuto del mio Comune e tutti quegli atti che sono propedeutici a fare poi un’attività politica sul territorio. E tutto questo mi è servito per formarmi anche politicamente”.

 

Su un dito della mano vediamo un taglio… Cosa è successo?

“Questo taglio è qui per ricordarmi che, oltre ad essere assessore, sono una mamma di famiglia. Ho tre figli e un marito, quindi tra un convegno e l’altro di questa giornata, sono tornata a casa a preparare il pranzo. Perché noi donne abbiamo anche questa… non voglio dire incombenza. Abbiamo anche questo piacere, perché io a casa mi sento ancora più donna. Mi realizzo con la casa, mi realizzo con la famiglia e mi realizzo coi figli. Quindi se mi sono affettata un dito… ne vado orgogliosa!”.

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