The Guardian, dopo 194 anni di uomini arriva Kathrine Viner
di Arianna Salpietro-
La giornalista inglese Kathrine Viner dopo aver guidato la testata on-line australiana The Guardian, nel 2014 si trasferisce nella grande mela per occuparsi personalmente di quella americana così come ha fatto con quella inglese. Kath Viner mentre era alla guida del The Guardian’s Women credeva che il giornalismo non facesse per lei ma solo per quegli uomini in giacca e cravatta di Londra, si sbagliava oggi è la nuova direttrice a 44 anni ed è anche la prima donna a dirigere la testata nata nel lontano 1821 del quotidiano “di sinistra” più letto del Regno Unito. Dopo le dimissioni annunciate quattro mesi fa dello storico direttore Alan Rusbridger che le ha passato la staffetta dopo vent’anni di leadership, in carica dal 1995. La Viner è il dodicesimo direttore del Guardian ed inizierà il suo nuovo incarico la prossima estate, per il momento continuerà ad occuparsi dell’edizione statunitense.
Le parole della Viner sono state “è un privilegio e responsabilità enormi quelle di dirigere una squadra di giornalisti di livello mondiale, ammirati in tutto il mondo per l’eccezionale lavoro giornalistico, il pensiero indipendente, le acute analisi e l’innovazione digitale”, questo è il modo giusto di aprire le porte al digitale, lo stesso che ha caratterizzato quest’ultimo decennio della storia del giornale.
Il quotidiano premio Pulitzer da mesi era occupato al processo di elezione del nuovo direttore. I candidati erano ventisei e l’associazione no profit Scott Trust, proprietaria del Guardian, aveva dimezzato la lista a sole quattro persone: la nostra Katharine Viner, il responsabile dell’edizione online Janine Gibson, il direttore del reparto di strategia digitale Wolfgang Blau ed Emily Bell, direttrice del Tow Center per il giornalismo digitale alla Columbia University. Tutti gli 964 giornalisti della redazione hanno votato tramite una consultazione informale e la Viner ha ottenuto più della metà dei voti con 438 preferenze, mentre Bell se ne aggiudica 188, Gibson 175 e Blau 29. La decisione finale è spettata naturalmente allo Scott Trust, responsabile della nomina del direttore e Alan Rusbridger ha commentato su Twitter la nomina di Viner dandole un solo ed importante consiglio “continua così”.
Secondo il magazine Capital New York, Gibson era la candidata preferita di Rusbridger fino a quando non era stata esclusa a causa delle poche preferenze ricevute dai suoi colleghi e la scelta finale si era ridotta a Viner e Ian Katz, importante giornalista del Guardian e per anni considerato l’erede di Rusbridger. Katz aveva però lasciato il giornale nel 2013 per essere il redattore della trasmissione di BBC Newsnight e non era quindi fra i pubblici candidati.
La carriera di KathViner inizia dopo aver concluso gli studi ad Oxford, collaborando con il magazine Cosmopolitan e con il Sunday Times. Inizia a lavorare per il Guardian nel 1997 e il suo primo articolo pubblicato il 28 dicembre del 1992, si intitolava “Storm in a D-cup” e parlava dei problemi fisici di cui soffrono le donne prosperose, un gioco di parole fra “Storm in a tea cup” e un’unità di misura per i reggiseni usata negli Stati Uniti.
Nel corso degli anni ricopre diverse cariche all’interno del giornale: fra le altre cose è stata direttrice di G2, la sezione di cultura pop del Guardian, e direttrice del magazine allegato all’edizione del weekend del giornale. Dal 2008 al 2012 è stata la direttrice del numero del sabato del Guardian. L’anno successivo ha diretto l’edizione australiana a Sidney, mentre dall’estate del 2014 dirige l’edizione statunitense senza esagerare, vorrei aggiungere che ha incrementato del 30% l’affluenza sul proprio sito rispetto l’anno precedente e ora intende fare diventare l’organizzazione mediatica la “casa per il più ambizioso giornalismo, idee ed eventi, capace di attrarre tutti i lettori del mondo”.
Da alcuni anni Viner non pubblica frequentemente i suoi pezzi sul Guardian ma uno degli articoli più importanti a cui ha collaborato negli ultimi mesi è stato quello sul poeta colombiano Gabriel García Márquez pubblicato nel giorno della sua morte, il 17 aprile 2014. Inoltre risale all’ottobre del 2013 il suo discorso sul futuro del giornalismo digitale all’Università di Melbourne in cui insegna, concludendo “cosa succederebbe se accogliessimo un nuovo ecosistema che comprendesse Internet, le tecniche classiche del giornalismo e un nuovo modo di trovare e comunicare le notizie? E se mettessimo al centro coloro che una volta erano “i lettori”? Non dobbiamo scegliere fra istinto “di pancia” e dati, fra il telefono e Twitter, fra giornalismo neutrale e attivismo, fra giornalisti e blogger, fra contenuti originali o controllo di quello altrui. Scegliamo entrambi”.
Un’altra donna di valore che si inserisce nella nicchia delle direttrici delle redazioni inglesi, insieme a Lisa Markwell direttrice dell’Indipendent on Sunday, Victoria Newton del Sun on Sunday, Sarah Sands dell’Evening Standard e Dawn Neesom della testata Daily Star.
Questo è quello che possiamo aspettarci da donne intraprendenti come Kathrine Viner in questo mondo pensato per gli uomini in giacca e cravatta.