Gli Anni ’30 : La Ripresa Della Forma
di Desiré Baratta –
Anche i ruggenti anni ’20 vennero abbandonati in vista delle nuove tendenze, lasciando il posto ad un nuovo decennio. Tendenze che, negli anni ’30, furono ben volentieri abbracciate dalle donne appena uscite dalla depressione del ’29 e desiderose di rinascere, mostrarsi, evitando di nascondere le curve che per tanto tempo erano state sminuite dall’abbigliamento della donna androgina, protagonista del periodo precedente.
I tessuti si ammorbidirono creando un effetto fasciante per far risaltare la figura femminile. Il corpo non fu più coperto da linee geometriche o cappotti a uovo, ma venne messo al centro dell’attenzione grazie agli abiti stretti in vita. Il punto vita, trascurato negli anni ’20, venne esaltato con cinture che saranno utilizzate anche su cappotti che arrivarono a coprire gonne a pieghe sotto il ginocchio o tailleur pantalone. Quest’ultimo, sfoggiato per la prima volta nel precedente decennio, non smise di restare in voga, accompagnandoci fino ai giorni nostri.
E cosa dire degli abiti da sera? Tutt’oggi li vediamo indosso alle attrici che sfilano sul Red Carpet. Lunghi abiti aderenti con grandi scollature sulla schiena che valorizzano il tacco alto, di nuovo in voga, creando un effetto slanciante assicurato.
In questo periodo storico, l’industria, per la prima volta introdusse le fibre sintetiche sul mercato: il nylon prese il posto della seta diventando il materiale più utilizzato per la fabbricazione di calze e collant.
Le stiliste che caratterizzarono gli anni ’30 furono: la famosa Coco Chanel, Elsa Schiapparelli, Nina Ricci, Madame Vionnet e Madame Grés, le quali adottarono tessuti come il jersey di seta, crepe de chine, mussola, tagliati in sbieco per ottenere sugli abiti la tipica caduta morbida.
Un altro capo tendenza fu la pelliccia, usata per le stole, come soprabito o anche per i colli dei cappotti per dare importanza alle bellissime ondulazioni delle acconciature/scultura.
Abbiamo esempi di stili anni ’30 nelle fotografie d’epoca ma anche nei quadri di alcuni pittori. In particolare, per le amanti delle arti visive che volessero valorizzare la casa con i ritratti del tempo, ritroviamo nei quadri di Tamara de Lempicka rappresentazioni di donne dai fluenti capelli dorati o color platino coperte da foulard e cappellini a cloche.
L’eleganza della donna era serena, non eccessiva. La disoccupazione di massa causata dalla crisi economica portò, come già accennato, il desiderio di risparmiare e questo viene riscontrato nel settore dell’abbigliamento (infatti si iniziò a dare importanza alle fibre economiche, come le sintetiche), ma anche in tutti gli altri ambiti. Le feste non avvenivano più in club e bar, bensì in abitazioni private. Le ballerine di charleston lasciarono il posto a signore più pacate vestite prettamente in lungo. Di raffinata eleganza indossare due volpi intere o una pelliccia di volpe bianca, ma di certo non alla portata di tutti; si poteva allora ripiegare su mantelle di velluto o stole di chiffon in colori luminosi. In sostituzione di stoffe come la seta, Coco Chanel, per la sua collezione da sera, decise d’integrare abiti di cotone. Allunando i vecchi abiti si poteva evitare di acquistarne di nuovi, dato che ormai neanche di giorno si portava più il corto.
Gli accessori erano fondamentali, si usavano soprattutto borsette appiattite a forma di busta, oppure piccoli sacchetti con rigide chiusure a schiocco. La bigiotteria piaceva molto e gli occhiali da sole diventarono un accessorio indispensabile molto utilizzato.
Affascinanti decenni romantici rivivono nelle pubblicità dei marchi moderni che ad oggi, dopo tanto tempo, fanno rinascere nelle menti l’idea di una donna che agli occhi dell’uomo è ammirata come un prezioso cristallo: ” Come sei bella, più bella stasera Mariù, splende un sorriso di stella negli occhi tuoi blu, anche se avverso il destino domani sarà, oggi ti sono vicino perché sospirar, non pensar”.