Al taglio del nastro
di Alga Madia
E adesso tocca a me, tocca a me, raccontare chi siamo e so bene che non sarà facile.
Più che chi siamo dovrei raccontare chi vorremmo essere da qui in avanti.
Nel sogno originale, nel progetto editoriale che si è andato via via concretizzando nel cercare di comporre una squadra e farla amalgamare e su cui riversare quello che inizialmente era solo il mio entusiasmo, il mio sogno. Mai le mie paure, la mia ansia che è al contrario è cresciuta proporzionalmente al passare dei giorni.
Era estate, qualcuno durante un caffè, mi parlò di quello che avevo sempre sognato e mai considerato seriamente. Progetto che fallì quasi sul nascere. Problemi di vario genere non ci consentirono di portarlo avanti.
Ma il sogno resta. E improvvisamente ai miei occhi si presenta non più come tale, ma come qualcosa che avrei timidamente tirato fuori da quel cassetto. “Lo apro sola” penso. “Sola? No, solo con una squadra potrò tirarlo fuori da qui”. Cominciarono così le chiacchiere “utili” con Luisa (Belardinelli) sotto il sole d’estate, le miriadi di telefonate coi piedi nell’acqua, i primi consensi per poi ritrovare i miei stessi entusiasmi. Come l’Hully Gully si cresce, ogni giorno di più.
Da qui l’abbandono per sempre del singolare per far spazio ad un definitivo plurale ampio e inclusivo, di idee, di esperienze, di pensieri, di tanta voglia di farne parte.
Nasce oggi E D Essere Donna, le mani che mi tremano mentre scrivo il primo editoriale del nostro magazine.
Nasce con l’appoggio di tanti, con la nostra decisione di restare una redazione di donne (anche Rita Silano, la web master, è evidentemente donna), coi consigli preziosi di Egidio Fia, (beh, qualche uomo doveva pur esserci!), di Luisa, di Emanuela Federici (lavoro preziosissimo il suo).
Sarà un giornale di donne, pensato per le donne, ma che strizza un occhio anche agli uomini e che avrà la caratteristica specifica di essere contestualizzato sul nostro territorio: l’agropontino tutto.
Cercheremo attraverso articoli, reportage, interviste, di andare al di là della cronaca. Cercheremo di scavare nell’anima, nell’intimo e di non fermarci mai all’apparenza o alla notizia cruda e a volte sterile.
L’entusiasmo che abbiamo cercato e trovato fino ad oggi è come il giorno del matrimonio, solo ed esclusivamente un momento di partenza.
E noi (Marina, Stefania, Teresa, Luisa, Emanuela, Rita, Gabriella, Laura, Elisabetta, Alexandra, Federica, Alessandra, Cora, M.Grazia, Monia, Marina Cozzo), siamo pronte a partire, certe soltanto di fare ciò che di meglio sapremo fare. Coloreremo la rivista di contenuti, di colori, di fotografie, di articoli seri e non. Al resto dovrete pensarci voi, cari lettori, dandoci fiducia, approvazione ma, anche consigli, interventi mirati, articoli, se lo vorrete.
Quindi partiamo, ma vi vogliamo nel viaggio insieme a noi, pronti ad interagire e magari (!) a supportarci.
Partiamo con l’ambizione di dare alla città un “servizio” in più, una novità, certe che insieme il cammino sarà più semplice.