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A Latina, Lorenza Mazzetti

  di Cora Craus –

«Di altri romanzi provenienti dal mondo dell’infanzia si è detto che sono pronunciati come da un albero che parli, rimanendo albero. Per “Il cielo cade” questo miracolo rimane eccezionalmente vero». Con questa motivazione Giacomo Debenedetti, nel 1962, conferiva il Premio Viareggio a Lorenza Mazzetti.

Il Viareggio è tra più antichi e polemici premi letterari italiani, tutti ricordiamo la durissima lotta che si svolse, tra i giurati, per assegnare il premio ad Antonio Gramsci per “Lettere dal carcere”. Secondo il regolamento il premio poteva essere assegnato ai soli scrittori viventi e il grande pensatore sardo era morto dieci anni prima. Per ovviare a questo problema fu effettuata una modifica allo statuto che provocò uno tra i leggendari e sordi scoppi d’ira di Alberto Moravia. Così come è passata alla storia letteraria il polemico rifiuto di Italo Calvino con il suo celebre telegramma: «Ritenendo definitivamente conclusa l’epoca dei premi letterari rinuncio al premio perché non mi sento di continuare ad avallare con il mio consenso istituzioni ormai svuotate di significato».

In molti abbiamo avuto modo di constatare il felice connubio del binomio libro-cinema e Lorenza Mazzetti ne è un esempio, a Londra nel 1956, fu tra le ispiratrici del Free Cinema Movement, un movimento cinematografico inglese che sarebbe diventato un punto di riferimento per i giovani cineasti europei.

Tutti noi, appassionati di libri e cinema, avremo modo di incontrare questa prestigiosa figura femminile di entrambe le arti a Latina.

Saranno il critico letterario Leone D’Ambrosio, il produttore e sceneggiatore Edoardo Salerno (figlio dell’indimenticabile attore e regista Enrico Maria Salerno) e il direttore del bimestrale politico “Quaderni Radicali”, lo storico Geppi Rippa a presentare alla libreria Feltrinelli di Latina l’8 giugno alle ore 18,00 i due libri della scrittrice Lorenza Mazzetti editi da Sellerio: Il cielo Cade e Diario Londinese. Nata a Roma 86 anni fa, Lorenza Mazzetti ha vissuto l’infanzia in Toscana, nella villa della famiglia della zia paterna, sposata a Robert Einstein, cugino di Albert. Ha scritto Il cielo cade (Premio Viareggio del 1962, da cui è stato tratto nel 2000 il film diretto da Andrea Frazzi con Gianna Giachetti e Isabella Rossellini) che narra di quell’infanzia. Regista cinematografica, ha fondato con Lindsay Anderson, Karel Reisz e Tony Richardson il “Free Cinema Movement”, esperienza narrata proprio in Diario londinese (2014). Oggi dirige a Roma il Puppet Theatre.

Il cielo cade che la scrittrice dedica agli zii ed alle cugine trucidati dai nazisti, tradotto in Germania C. Bertelsmann Verlag e in Giappone Ta-Ke Shobo, è un racconto autobiografico che riporta agli ultimi anni del fascismo e all’infanzia di due bambine: Penny e Baby.  Le due bambine vivono con lo zio che le ha adottate e con le cugine nella villa del Focardo nel territorio di Rignano sull’Arno. Il loro mondo è simile a quello di tutti gli altri bambini: amano giocare con gli amici all’aria aperta, giocano a campana, a mosca cieca, a un due tre regina, si arrampicano sugli alberi, corrono all’impazzata nei prati, vanno a scuola, si fanno piccoli dispetti come tutti i bambini di questo mondo. Una vita normale e ordinata che la guerra e le persecuzioni razziali provvedono a rovinare, un’infanzia distrutta dagli orrori di quel periodo drammatico della storia. In Diario londinese, la Mazzetti racconta tutto quello che successe intorno alla preparazione del suo film Together, il primo documento del Free Cinema. Londra, metà anni Cinquanta, una ragazza è sola in una metropoli a fare i conti con la vita e soprattutto con se stessa, con l’orrore della guerra e del nazismo, ma con una voglia di sopravvivere davvero unica. Abbandonata in un locale dell’accademia universitaria, dove per la sua tenacia è riuscita ammessa, Lorenza ruba l’attrezzatura per girare un film. Comincia così il movimento del Free Cinema inglese, una delle “onde nuove” più trascinanti della cultura europea in generale e che ha segnato, con le sue storie di periferie malinconiche e giovani qualunque, il cinema contemporaneo.

 

 

 

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista