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Absolute beginners. L’inspiegabile voto britannico

di Claudia Fratangeli –

Una delle pratiche burocratiche più odiate dagli italiani espatriati nel Regno Unito è farsi assegnare il National Insurance Number, la matricola che servirà per pagare le tasse,ergo “quello che serve per lavorare”.

Se si fa una veloce ricerca on Line, molti blog e siti per italiani in UK descrivono questo procedimento come una specie di Ellis Island post-moderna, i cui impiegati  non ti ispezionano corporalmente ma ti fanno sentire altrettanto inadeguato. Per questo motivo ho aspettato a comporre il numero del Job centre fino al giorno in cui non fossi stata più che certa di voler lavorare qui. E soprattutto che qualcuno mi volesse a lavorare qui!

Quel giorno è finalmente arrivato, e così mi sono decisa a chiamare!

L’impiegato al centralino è stato un po’ freddo ma gentile, in una parola inglese, nonostante i miei continui “I’m sorry,what?” dovuti dalla mia pessima scelta di chiamare per strada.

Mi ha dato appuntamento per il giorno seguente. la mattina dopo la mia ansia che qualcosa andasse storto ha fatto sì che avvenissero una serie di intoppi risolti alla fine grazie ad una costosissima corsa Uber.

Quando sono arrivata l’ufficio scoppiava di gente ma visto che sono arrivata puntuale per l’appuntamento ho dovuto aspettare solo pochi minuti per cominciare l’intervista.

Non so se è un caso o una deliberata scelta delle risorse umane, ma la maggior parte degli impiegati non fanno parte dell’etnia bianca tanto cara all’elettorato conservatore britannico. Seriamente, se Oliviero Toscani volesse fare una versione real life della pubblicità della Benetton dovrebbe andare li. O magari la nuova campagna dei laburisti, che ultimamente non sono fortissimi con le pr.

La signora di origini indiane che mi ha “intervistato” è stata incredibilmente carina. Sapeva anche qualche parola chiave in italiano, non voglio neanche immaginarie quanti gliene saranno passati davanti.

L’appuntamento era alle 11:55, alle 12:15 ero fuori e dieci giorni dopo mi è arrivata la lettera con il numero della National Insurance e dal mese prossimo sarò anch’ io una contribuente del Regno Unito.

Un bellissimo esempio di efficienza e Integrazione,il giorno dopo un clamoroso risultato elettorale, che ha visto i Conservatori di Cameron sbaragliare la concorrenza,compresi gli ex alleati Lib-dem e lo U-kip di Nigel Farage.

Quello che stride in maniera quasi incomprensibile è che in un Paese dove la convivenza tra rappresentanze delle etnie più disparate è la norma, abbia vinto chi ha basato la propria campagna sulla lotta all’immigrazione. Compresa quella all’interno dell’Unione Europea.

Nonostante ricerche e statistiche che provano come l’immigrazione aumenti di 9 punti percentuali il PIL. Nonostante amino la cucina etnica. Nonostante senza immigrati sarebbe molto difficile prendere un taxi o bersi un caffè la mattina. Nonostante i loro figli abbiano amici cinesi, pakistani o giamaicani.

Nonostante tutto questo il populismo ha vinto anche qui. Lo spauracchio di un fantomatico uomo nero/giallo/caramello che ruba la ricchezza che spetta ai sudditi di Sua Maestà ha fatto più presa dei dati e della bellissima realtà multiculturale di questo paese.

E se ci sono riusciti qui, comincio a pensare che non ci sia speranza per l’Italia.

 

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