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Astrid e Veronika, di Linda Olsson, un inno all’amicizia.

 di Cora Craus –

 

“L’amicizia – scriveva, Francesco Bacone – raddoppia le gioie, e divide le angosce a metà”. Una citazione che potrebbe fare da ordito al romanzo “Astrid e Veronika” della scrittrice svedese Linda Olsson.

I libri dell’Olsson, ed è solo una nostra personale considerazione, sono libri che emanano positività. E’ una considerazione che, ne siamo certi, farebbe venire un attacco di orticaria, non dico alla critica letteraria ma anche ai semplici recensori. Eppure è così: i libri di Linda Olsson sono libri di incoraggiamento anche quando con crudezza raccontano storie di solitudini, di estraniazioni, d’infinito dolore, o di semplice incapacità di vivere.

 

“Astrid e Veronika” (ed. Corbaccio, pagine 230, Euro 16,60) è un romanzo che racchiude un inno all’amicizia, alla condivisione di esperienza, dolore, colpe e segreti tra due donne molto diverse sia per cultura sia per età. Il romanzo inizia narrando il ritorno della giovane e affermata scrittrice Veronika Bergman, io narrante del romanzo, in un minuscolo paese della Svezia per ritrovare la concentrazione necessaria ad affrontare il suo secondo romanzo.

Oltre al successo però, la scrittrice, porta con sé un carico di dolore, di solitudine: ha seguito il padre, diplomatico, in giro per il mondo, alloggiando in abitazioni di lusso, ma di fatto “senza fissa dimora”. Non suoni offensivo per chi una dimora davvero non c’è l’ha, ma purtroppo è una realtà, una realtà dell’anima, quello di sentirsi senza radici pur abitando in lussuose case. Perché manca quella sicurezza emotiva che solo una famiglia sana può trasmettere – e la famiglia della protagonista è una famiglia, intimamente, dissolta prima dall’abbandono della mamma quand’era bambina e da un dolore terribile e recente: la morte dell’adorato fidanzato.

Tutto questo è vissuto, unito alla straordinaria immobilità di un paesaggio nordico, che anziché fare da balsamo, la paralizzano.

L’alchimia del destino, la magia della sorte, conduce Veronika in contatto con l’anziana Astrid Mattson, una personalità bizzarra che in paese credono una strega, e sarà proprio Astrid con la sua curiosità per la giovane scrittrice a risvegliare in lei la linfa vitale. Fra le due donne si sviluppa un rapporto, quasi una simbiosi, fatto di sconosciuta familiarità, di profonda intimità; si apre un “dialogo” di confidenze e confessioni sui segreti più dolorosi e inconfessabili di entrambe, ed ecco la forza della parola, del logos, – primo passo verso la guarigione dell’anima – e la nascita di un legame che consentirà loro di lasciare andare il passato, di riappropriarsi della propria emotività e di dar forza al presente per cambiare vita. “Un libro – come recita il sottotitolo – sul potere dell’amicizia che guarisce dal male di vivere”.

 

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista