Suburra, una criminalità allo sbando. Il libro e il film nelle sale.
di Cora Craus –
“Il racconto di una criminalità allo sbando che riflette un Paese allo sbando”. Con queste parole il regista napoletano premio Oscar Paolo Sorrentino presentò “Suburra” il libro di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini. Il romanzo fu presentato nella nostra provincia come quasi tutti gli altri libri del giudice-scrittore; un “rito” con cui lo scrittore mostra affetto per il nostro territorio e ammirazione per la vitalità culturale che lo anima.
“Suburra” (ed. Einaudi – pag.482 – €19,50) racconta di un indistricabile e velenoso intreccio tra la mafia, la politica, lo Stato, i Media, il Vaticano e un invasione di spietate e avide comparse della microcriminalità. Ed proprio questa minutaglia criminale quella che il cittadino sente aleggiare sul collo ogni giorno. Anche se il vero “cancro” del malaffare è nei palazzi del potere.
In “Suburra” ogni pagina è un sedimento di rabbia e ironia, una scrittura accesa e scoppiettante, fredda e sorniona. De Cataldo mostra la sua innata e straordinaria capacità di narrazione raccontandoci una Roma le cui strade s’infettano di umori e di bassezze; cui nessuno è veramente estraneo. Un romanzo complesso e lineare, un “reportage” anticipatorio della cronaca di questo difficile e corrotto momento storico-criminale. Verrebbe da aggiungere uno dei tanti “momenti storici-criminali”.
Immergersi nella lettura di “Suburra” affascina, conquista e crea una vertigine di “spaesamento”, di “alienazione”: si vive e ci si muove tra personaggi e scenari delle pagine il cui eco si confonde con l’eco della cronaca dei telegiornali. Emerge una città che rantola e riprende vita, un ammasso in decomposizione ed una architettura di luce, di bellezza: la Roma di Augusto e la Roma della Suburra. La città eterna emblema di un Paese, l’Italia, travolto dal malaffare. “Comune di Roma. Municipio XII: Cooperativa sociale di interesse pubblico. Concessione demaniale n. 24-8 maggio 2007 per esclusivo uso arenile a beneficio di infanzia, minori e diversamente abili”
Handicappati e ragazzini, seeh! Cooperativa, seeh!
Con gli arenili non si scherzava. Quegli ottocento metri di spiaggia chiusi a nord dal frangiflutti del porto turistico valevano oro. Oro. Come ogni metro di spiaggia da Ponente ai cancelli di Capocotta. [.] C’era o no un motivo per restare afferrati a quella spiaggia, come a un tesoro?
C’era, c’era, altroché se c’era. “Waterfront””.
Cosa è Waterfront? Un Grande Progetto, Un’ennesima Grande Opera pubblica che seppellirà Roma e le sue periferie sotto una colata di cemento, di corruzione, di morti, di sangue.
Il fascino del romanzo dilaga dalle sue pagine e si intreccia con la settima arte: il film dall’omonimo titolo, “Suburra”, realizzato da Stefano Sollima è stato definito un western metropolitano, e sta letteralmente spopolando riempendo le sale cinematografiche e ricevendo il plauso unanime della critica.