NinfaLatina: il Capitano Gabriele Maruotti
di Arianna Salpietro –
Come di consueto iniziamo le interviste alla nostra squadra beniamina, la Top Volley Ninfa Latina, che già sul campo si è fatta valere. Il primo non poteva che essere il Capitano della squadra, il numero 15, Gabriele Maruotti.
Classe 1988, nasce a Fiumicino, cresce a Fregene ed inizia la sua avventura pallavolistica a Velletri con Mario Barbiero; ma è Treviso che gli resta nel cuore e che lo vede “diventar uomo”. Già sotto i riflettori della Nazionale giovanile conquista ben tre bronzi, Gabriele vince i Giochi olimpici del Mediterraneo nel 2009 , a soli vent’anni.
Inizia con la maglia numero 15, forse non è un caso, tra le fila del Treviso e dopo ben cinque stagioni e aver vinto la Supercoppa italiana nel 2007 arriva anche la prima convocazione in Nazionale (72 presenze) con l’esordio il 15 maggio 2009 a Mantova durante l’amichevole Italia-Slovacchia (2-3), poi si sposta a Padova dove resta fino al 2011.
Dopo la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo e si aggiudica la Coppa CEV 2010-11 col Treviso e con la nazionale invece vince la medaglia d’argento al campionato continentale.
Nella stagione 2011-12 torna vicino casa, alla M. Roma Volley, insieme al ritrovato palleggiatore Dante Boninfante, per trasferirsi poi l’anno successivo alla Pallavolo Piacenza con cui vince la Challenge Cup nel 2013.
Gabriele Maruotti torna al nord Italia e veste la maglia di Bre Lanutti Cuneo e quella del Sir Safety Perugia la scorsa stagione.
Un altra vittoria è stato il matrimonio con Alessia, celebrato quest’estate in una location più che romantica, per i più curiosi, precisamente il 5 giugno 2015.
Dopo il viaggio di nozze made in U.S.A. torna all’ovile con la maglia numero 15 tra le fila della Top Volley Ninfa Latina in veste di schiacciatore ma soprattutto di Capitano! Ho scritto troppe volte “vince”, ad ogni modo, apprezzato dai tifosi e dai compagni andiamo a conosce meglio un prezioso giocatore figlio delle nostre terre…
Come è iniziata la tua carriera e la passione per il Volley?
“La mia passione nasce da piccolino, ho cominciato a giocare a 6 anni e a Fregene l’unica alternativa alla pallavolo era il calcio ma non mi è mai piaciuto. Tutt’ora lo seguo pochissimo. Così ho iniziato a giocare a pallavolo per caso e non l’ho più abbandonato. La scelta vera l’ho fatta dopo nel tempo quando ho cominciato a fare tutti i sacrifici e a trovare un riscontro positivo”.
Hai militato per cinque stagioni a Treviso, cosa ti emoziona ricordare del periodo trevigiano?
“Ho iniziato le giovanili a Treviso nel 2004, ci sono diversi ricordi perché diciamo che è un periodo diviso in due parti. La prima quella delle giovanili appunto, rappresenta il periodo della crescita, anche come persona e nel rapporto con gli altri ragazzi, vivevamo tutti insieme. Lì ci sono momenti di vittorie e scudetti che ricordo con gioia. Il secondo periodo, quello della serie A, in cui il risultato più importante è rappresentato dalla vittoria della Coppa CEV. Ricordo che all’andata abbiamo perso in casa, ma al ritorno abbiamo vinto 3-1 più il golden set, in Polonia in un palazzetto gremito di persone. Tra l’altro era arrivata subito dopo la notizia di Benetton che avrebbe chiuso, quindi era sì un periodo di malinconia e incertezza del futuro, ma ci siamo ancora più uniti”.
Il tuo ricordo più bello e quello più brutto?
“La stagione più travagliata è stata quella di Perugia. La nostra vita è sempre legata alla stagione, quindi se la stagione va male non c’è città bella che tenga, se invece va bene è tutto meraviglioso. Il ricordo più bello è stato il periodo trevigiano, Treviso mi è rimasta nel cuore perché ci sono cresciuto, sono diventato un uomo e anche perché adesso è legata alla malinconia del fatto che non ci sia più, non puoi più tornare lì dalle persone che ti hanno cresciuto e che ti hanno trattato come un figlio. È il pensiero più bello anche se velato di malinconia ”.
Come ti trovi a Latina?
“A latina si sta benissimo, il clima è perfetto e le persone ci hanno accolto bene nonostante la squadra sia nuova , praticamente siamo tutti cambiati. Non è facile neanche per la città non avere un punto di riferimento. Invece stanno rispondendo bene, al palazzetto c’è tanta gente e speriamo che ci sia anche questa domenica contro Milano”.
Quanto è importante l’apporto e il rapporto con i tifosi?
“L’altra sera siamo stati a cena insieme. E’ bello avere un rapporto di confidenza ed è quello che si sta instaurando. È bello soprattutto vedere che c’è un seguito così importante come quello che c’è in queste prime partite. Anche la partita di mercoledì contro Monza, nonostante ci fosse la Roma che giocava e che fosse un giorno infrasettimanale, il PalaBianchini era pieno di persone e questo noi lo sentiamo. Sono presenti anche in trasferta ed è bello sentire il calore intorno, fa tanto la differenza”.
Come ti trovi tra le fila della Ninfa Latina?
“Molto bene, anche se è un po’ presto per parlarne. La squadra è bella e il gruppo è unito e ci alleniamo bene, sono un po’ curioso di vedere come reagiremo in momenti di forte tensione. Secondo me abbiamo un grande potenziale e ce ne stiamo rendendo conto tutti insieme con il passare del tempo, nonostante non l’abbiamo valorizzato ed espresso nel modo giusto, siamo disposti a lavorare tutti insieme per far sì che venga valorizzato in questa stagione”.
È bello tornare a giocare vicino casa?
“Sì, ha i suoi lati positivi. I miei genitori riescono a venire più spesso, cosa che magari negli ultimi anni è stata complicata. Questo vale anche per gli amici con cui ho legato maggiormente, li vedo molto di più”.
Quali sono i punti di forza e quelli di debolezza della tua squadra?
“Se il punto di debolezza è che non c’è nessuna “stella”, questo possiamo considerarlo anche il punto di forza. Non ci appoggiamo sulle spalle di un singolo giocatore e questo rappresenta uno stimolo per tutti a dare il massimo, perché ognuno è determinante a modo suo in un determinato momento della partita. Non siamo dipendenti da un giocatore, quindi la nostra debolezza è il nostro punto di forza ed è una cosa che stiamo facendo bene, nonostante ci sia ancora tanto da lavorare. Stiamo costruendo una squadra che giochi insieme e bene”.
Cosa significa essere il Capitano?
“Mi piace moltissimo, è un ruolo che non avevo mai ricoperto fino ad ora. Questo è il primo vero impatto da capitano e mi piace. Ma è vero anche che sei capitano non quando ti nominano ma quando il gruppo riconosce in te una figura di riferimento. E’ quello su cui sto lavorando e questo lo vedremo nel tempo. Sono curioso anche io di sapere come andrà avanti”.
Cosa aspettarsi dal match contro Milano di questa domenica al PalaBianchini di Latina?
“Troveremo una squadra ostica perché già da qualche occasione vanno vicini alla prima vittoria stagionale che ancora non hanno raggiunto e quindi arriveranno qui con l’intento di vincere. Non ci faranno regali perché non hanno regali da concedere, noi dall’altra parte veniamo da tre sconfitte e quindi ci manca il sapore della vittoria e stiamo lavorando per questo”.
Quale è l’obiettivo della Top Volley Ninfa Latina?
“Non lo so, non abbiamo un obiettivo e da una parte è positivo perché non ci siamo messi pressioni dall’inizio del campionato sul dove vogliamo arrivare e sul cosa vogliamo fare. Potrebbe esserci una nota negativa in questo, nel senso che potrebbe sembrare che vogliamo accontentarci di quello che viene, ma non è così, non è quello che stiamo facendo. Ho visto in questi mesi di lavoro un gruppo concentrato che ha voglia di riscatto, che ha voglia di far bene e di stare insieme. Anche di faticare insieme. Secondo me, è un bel mix di ingredienti per fare una bella stagione”.
Non mi resta altro che invitarvi questa domenica 22 novembre al PalaBianchini di Latina, Top Volley Ninfa Latina contro Revivre Milano, ore 18.00, non mancate!!