Tiziano Terzani, Un indovino mi disse
di Cora Craus –
Tiziano Terzani uno scrittore, un giornalista dotato di un talento innato, di una spiritualità profonda è stato testimone e narratore di un epoca di grandi fermenti, di grandi cambiamenti a livello globale. Nelle sue narrazioni emerge la capacità di descrivere con brio e sensibilità situazioni, scenari, persone e personaggi. “Un indovino mi disse” (Ed. Longanesi – pag. 432 – € 18,60) è, forse, il suo libro più famoso e più citato.
Di cosa tratta? Tutto gira intorno ad una profezia. Ecco la trama in breve: Nel 1976 un indovino cinese avverte Tiziano Terzani, corrispondente dello “Der Spiegel” dall’Asia: “Attento. Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell’anno non volare mai”. Nel 1992 Terzani si sente stanco, dubbioso sul senso del suo lavoro. Gli torna in mente quella profezia e la vede come un’occasione per guardare il mondo con occhi nuovi. Decide di non prendere aerei per un anno, senza rinunciare al suo mestiere. Il risultato di quell’esperienza è un libro che è insieme romanzo d’avventura, autobiografia, racconto di viaggio e reportage. Per curiosità, per cronaca, per “caso”, anche se il caso scriveva Terzani non esiste ma lo creiamo noi, riportiamo una notizia di cronaca del 1993. Il 20 marzo 1993 un elicottero delle Nazioni Unite in Cambogia precipitò con a bordo quindici giornalisti. Tra di loro c’era il corrispondente della testata tedesca “Der Spiegel”, che aveva sostituito Tiziano Terzani.
Il libro è una fotografia della vita quotidiana nei paesi asiatici, e delinea il contrasto, parliamo di realtà politiche e sociali degli anni ’90, tra i paesi con capacità di sviluppo veloce e quelli più tenacemente legati alle tradizioni, al passato e con maggiori difficoltà economiche. Il libro è ricco di leggende vi vengono descritti i numerosi incontri con indovini, astrologi, “stregoni” avvenuti attraversando l’Asia. Incontri in cui Tiziano Terzani chiede conferma, delucidazioni sulla “sua” profezia.
Nelle pagine del libro vi sono disseminate molte riflessioni sul tema religioso, un tema sensibile e fonte di tensioni nel mondo, lo era nel ’93 lo è oggi. Terzani analizza, riflette, senza mai emettere giudizi, gli aspetti delle varie religioni mettendone in luce le uguaglianze, le remote radici comuni, riporta le sue impressioni. Descrive la tranquillità quale leitmotiv dell’induismo, la forza del buddismo, le contraddizioni interne, divenute oggi drammatiche, del cattolicesimo; individua, siamo sempre nel ’93, le ragioni del fondamentalismo islamico e la loro prossima lotta rispetto all’islam vero e proprio.
Sì, un libro da leggere anche per capire le ragioni, le radici di ciò che sta avvenendo oggi nel mondo e in casa nostra.
Un brano del libro: “Il positivo entra ed esce dalla testa. Il negativo lascia un dubbio strisciante, un’inquietudine sorda; perché la paura è il fondo della condiziona umana.
Il pericolo è nella vita stessa, anche tu sei nato per morire.
Ogni posto è una miniera. Basta lasciarsi andare. Darsi tempo, stare seduti in una casa da tè a osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l’amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare”.