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Toponomastica femminile a Latina, tra rinvii e bocciature

di Marina Bassano –

Non c’è forse tanto da meravigliarsi se in città non si presta attenzione alle esigenze delle pari opportunità, se a partire da decisioni che non sarebbero di per sé particolarmente problematiche nè dolenti per nessuno, si mostra un’indifferenza unita a una precisa volontà di non sostenere la visibilità del genere femminile. Quella che andremo a trattare rappresenta sicuramente una problematica non fondamentale, ce ne sono molte altre che meritano attenzione e urgenza, per raggiungere una parità di genere, ma la cultura è fatta anche dalle piccole cose.

La questione in oggetto è quella della toponomastica femminile, dopo che il consiglio comunale ha rimandato indietro non approvandolo, l’emendamento proposto dalla consigliera del Pd Nicoletta Zuliani di modificare alcuni articoli del Regolamento di Toponomastica in discussione con l’obiettivo di riequilibrare i rapporti di genere non solo dal punto di vista istituzionale, ma anche culturale e sociale.

C’è da dire che non è un problema solo della nostra città: a Roma su 16057 strade, solo il 4% è intitolato a donne, nell’intero Paese siamo fermi al 5%, prevalentemente con nomi di Sante, Madonne e Beate, in tal modo le città restituiscono l’immagine di una storia che pullula di nomi maschili importanti, che hanno fatto la storia, mentre delle donne non c’è traccia.

Un discorso che sarebbe utile anche per dare punti di riferimento alle ragazze che passeggiano per strada a parte le donne delle pubblicità, come sostiene Maria Pia Ercolini, fondatrice del sito www.toponomasticafemminile.it . E’ una questione che ovviamente si allarga alla scuola, dove la componente femminile nei libri di storia è spesso vittima di tagli importanti. La Ercolini ha anche indetto un bando per le scuole dal nome “Sulle vie della parità”, rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, agli atenei e agli enti di formazione, con lo scopo di riscoprire e valorizzare il contributo offerto dalle donne nella costruzione della società.

A Latina su 1359 strade solo 20 portano nomi di donne, e la maggior parte di esse si trova fuori dalla città, verso i borghi o le periferie. Il percorso portato avanti dalla Zuliani parte a Gennaio 2013 ed è stato oggetto di continui rinvii e bocciature:

«In un’amministrazione a netta prevalenza maschile e rimasta orfana di un assessore donna dopo il recente rimpasto che ha ulteriormente ridotto la rappresentatività femminile nella giunta comunale – spiega la Zuliani – è importante e urgente dare un segnale positivo rispetto al tema delle pari opportunità e parità di genere. Che Latina sia stata costruita da uomini e donne lo sanno tutti, ma dai nomi delle strade, delle piazze, delle scuole, non si direbbe: sembrerebbe quasi che la città ignori le figure di donna dallo spessore culturale, storico e scientifico che sono cresciute qui, alle quali Latina guarda con stima e di cui si “nutre” giornalmente”.

La mozione presentata vuole impegnare il sindaco e la giunta in questa direzione, mozione che non è stata votata dalla maggioranza, mentre la proposta è stata di congelarla e portare le idee in Commissione e discuterle ed eventualmente votarla nella seguente seduta consiliare, Commissione che però non è stata mai convocata con questo ordine del giorno.

“La maggioranza – afferma critica la Zuliani – sta rimpallando la decisione sul se e come intervenire in merito alla questione, intanto le donne sono invisibili nel linguaggio, nella segnaletica stradale e nella toponomastica così che siamo considerate più corpi che persone, con tutte le conseguenze che ne derivano”.

La Commissione ha invece approvato all’unanimità la proposta avanzata dal consigliere Pd Fabrizio Porcari di inserire la presidente della Commissione Pari Opportunità tra i membri effettivi della Commissione Toponomastica affidandole il compito di vigilare sul rispetto dell’alternanza di genere nei nomi di strade e piazze.

A tutt’oggi la decisione è ferma e continua a rimbalzare tra le varie commissioni senza giungere a un risultato concreto.

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Marina Bassano

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