ED editoriale

Roma Europa Festival, fino all’8 dicembre.

Riceviamo e pubblichiamo –

Oltre 300 artisti di 21 nazionalità, 75 giorni di spettacolo, 50 eventi, 20 prime, 110 recite, 14 location, 12 installazioni e 4 performances in mostra a Digital Life | Luminaria, oltre 50.000 posti per il pubblico, 13 progetti di formazione, 11 incontri dopo spettacolo con il pubblico, 35 programmi di sala di cui 12 curati da giovani scrittori selezionati dalla casa editrice minumum fax, spettacoli diffusi in streaming e sui canali RAI, speciali televisivi e 3.000 titoli dell’archivio storico del RomaEuropa Festival online sul nuovo sito della Fondazione.

Questi sono i numeri della trentesima edizione del RomaEuropa Festival dal 23 settembre all’8 dicembre 2015 dal titolo quest’anno RiCreazione. La storicizzazione del contemporaneo e la sua rielaborazione saranno il fil rouge del Festival dove si è voluto sottolineare fin dal titolo l’aspetto ludico e gioioso, e nello stesso tempo alludere alla reinvenzione delle forme, dei tempi e delle estetiche della creazione artistica.

Gli spettacoli e gli artisti di Teatro, danza, circo contemporaneo, arte e tecnologia e musica racconteranno le trasformazioni del mondo contemporaneo attraverso i loro sguardi, secondo una modalità che in trent’anni ha fatto di Romaeuropa una vetrina d’eccellenza sulla scena internazionale, con una programmazione che ha privilegiato l’innovazione e il cambiamento, la capacità di leggere la tradizione in modo creativo, senza mai rinunciare al dialogo, alla curiosità, al rispetto, alla ricerca e con un programma sempre più ricco di incontri con gli artisti e progetti di formazione rivolti al pubblico più appassionato.

Robert Lepage aprirà Romaeuropa 2015 con 887, una potente macchina teatrale che vedrà in scena lo stesso regista; seguiranno altri protagonisti che hanno segnato tappe importanti nella storia del Festival come la coreografa franco-spagnola Maguy Marin, ospite del primo Romaeuropa nel 1986 e oggi in scena con May-B; Jan Fabre e 27 performer di Troubleyn nella loro sfida più temeraria -24 ore- al tempo e al teatro stesso (Mount Olympus. To glorify the cult of tragedy); Anne Teresa De Keersmaeker (Vortex temporum e Verklärte Nacht, su musiche rispettivamente di Grisey e Schönberg, queste ultime eseguite dal vivo dall’ensemble Ictus), la coreografa canadese Marie Chouinard con il programma in due tempi Henry Michaux: Mouvements e Gymnopédie, di Satie, il belga Fabrizio Cassol con undici musicisti da Egitto, Siria, Turchia, Francia, Belgio, Stati Uniti (AlefBA) e accanto a loro al Festival debutta il coreografo britannico Russell Maliphant con Conceal|Reveal, tutti al Teatro Argentina.

In questo anniversario non potevano mancare altri grandi amici del Festival come Akram Khan (Kaash, con musica di Nitin Sawhney e scene di Anish Kapoor), all’Auditorium Conciliazione, Emma Dante, al Teatro Vittoria nell’intervista impossibile Io, nessuno e Polifemo e con Operetta burlesca; Romeo Castellucci, con i frammenti dal Giulio Cesare riallestiti per le Terme di Diocleziano, e insieme a Valérie Dréville in Schwanengesang da Schubert, al Teatro India. Al Teatro India e in collaborazione con Teatro di Roma, nove coreografi di DNA, il focus sulla giovane danza ideato e curato da Anna Lea Antolini e il debutto al Festival del gruppo teatrale Carrozzeria Orfeo con Animali da bar

Anche per Ascanio Celestini debutto al Festival con la nuova produzione Laika al Teatro Vascello, che ospita inoltre il collettivo danese Hotel Pro Forma in Laughter in the Dark, adattamento del romanzo di Nabokov tra teatro, installazione, arti visive e coreografia. Sullo stesso palcoscenico la danza prende i colori del flamenco con la coreografia di Aurélien Bory per Stéphanie Fuster (Questquetudeviens?), accenti digitali con il nuovo lavoro per gli acrobati di Adrien M e Claire B (Le mouvement de l’air), si fonde alle arti acrobatiche anche in Nos limites di Radhouane El Meddeb. E arte circense, teatro e danza sono anche gli ingredienti di Cuisine et confessions, spettacolo culinario e surreale con cui arrivano per la prima volta al Teatro Brancaccio per il Festival i nove straordinari performer della compagnia del Québec Les sept doigts de la main.

Musica e performing art anche al MAXXI con Alessandro Sciarroni e i danzatori del Balletto di Roma. Un fiume di musica esonda tra il MACRO Testaccio, la Pelanda, il Vascello, l’Auditorium, unendosi al teatro, la performance e l’arte contemporanea. Sotto il segno del rock ci sarà l’incontro di Gianni Maroccolo, Alessandra Celletti e Beppe Brotto con gli artisti Masbedo in nulla è andato perso, e Pictures at an exhibition di Musorgskij nella versione di The Winston + Esecutori di metallo su carta. L’arte contemporanea incrocia la musica nel geniale concerto-performance per luce sinfonica The Enlightenment del collettivo Quiet Ensemble, e in Across the line di Rhò, Daniele Spanò e Luca Brinchi.

I nuovi linguaggi del rinascimento africano vivono nei live di Pat Thomas & Kwashibu Area Band, Petit Noir, BLK JKS per la rassegna Afropolitan, in collaborazione con Afrodisia, mentre alla cultura elettronica sono dedicati gli appuntamenti del prestigioso festival Club to club con The Italian New Wave .

Infine Epica Etica Etnica Pathos, il quarto album -finora mai eseguito dal vivo- dei CCCP, sarà per la prima volta proposto in concerto da una nuova formazione con quattro componenti storici del gruppo e alcuni tra i più interessanti rappresentanti dell’indie italiano.

La Pelanda ospiterà anche quest’anno la mostra Digital Life, alla sua sesta edizione con il titolo Luminaria, 12 installazioni affiancate da un programma di performance. Nell’aula bunker del Foro italico un altro artista visivo Arcangelo Sassolino, propone Time Tomb, una installazione che sfida il tempo e la storia.

Romaeuropa Festival 2015 è prodotto dalla Fondazione RomaEuropa, ed è reso possibile da una preziosa rete di sostenitori pubblico/privata, italiana ed europea.

Per maggiori informazioni: www.romaeuropa.net

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