I nostri giorni e le mie parole.
di Elisabetta Calandrini –
Ho fatto la lavatrice oggi, dentro la tasca di un jeans ho trovato un biglietto.
L’avevi scritto tu, l’ultima volta che sei entrato in questa casa. Avevi preparato la cena e l’arrosto si era bruciato. Alla fine abbiamo mangiato cinese e ci siamo addormentati sul divano davanti un film d’azione. Prima di andare via per non svegliarmi, hai strappato un post-it dalla mia scrivania: Un giorno ti sposerò. Lo sai cosa ho fatto quando l’ho letto? Ho acceso lo stereo sintonizzandolo su Baglioni e ho cominciato a danzare con un cuscino. Passavo da una stanza all’altra. Ridevo, piangevo. Ridevo a più non posso e piangevo ancora. Non sai quanta felicità mi hai regalato e queste parole non basteranno mai perché tu lo capisca. Ho preso il post-it e me lo sono infilato nella coppa del reggiseno e ho fatto avanti e indietro lungo il corridoio prima di decidermi a chiamarti. Al primo squillo ho sospirato. Al secondo ho riagganciato. Non ce l’ho fatta. Fortuna ti ho squillato con l’anonimo, sai che figura! Questa casa rimbomba di ricordi se tu non ci sei. Hai lasciato lo spazzolino nel bagno e la saponetta che usavi per il viso. Il dopo barba semiaperto è ancora sul lavandino e anche se sono passate settimane c’è ancora il tuo profumo sulle mie braccia, sulle punte delle dita. Chissà se ho lasciato qualcosa anch’io su di te, sul tuo letto. Chissà se le tue lenzuola odorano della mia pelle. Chissà se le annusi quando torni a casa stanco. Siamo due vite separate adesso, due anime che vagano solitarie. Spero sia solo un piccolo periodo di crisi, di quelli che il tempo pare essere l’unica medicina e la lontananza, una soluzione.
Non possono finire storie belle come questa, al massimo graffiano, feriscono ma crescono più forti. No?
Mi fa male la pancia se penso che finirà del tutto, non hai idea. Ti penso praticamente sempre, ad ogni ora. Sei diventato un tarlo incessante, sempre presente. Ti immagino a casa mentre prepari il caffè. Al lavoro tra le carte, a braccia conserte mentre ascolti un amico. Ti immagino ridere, scherzare, fare l’amore con un’altra donna. Se penso alle tue mani sul corpo di un’altra comincio a mordermi le unghie, sono capace di arrivare alla carne, mangio anche la pelle. Se penso che non sono io quella donna, chi mai potrebbe essere? Mi somiglia? È più bella? Più alta e snella di me? Sicuramente avrà un seno prorompente. Io non l’ho mai avuto, eppure dicevi che ero bella comunque, che ti piacevano le mie labbra e il profumo della mia pelle. Mi torna in mente una delle tante notti passate insieme. Mi hai accarezzata così forte che quando ti sei alzato per vestirti e sei uscito, sentivo ancora le tue mani sulla schiena, dietro il collo, tra i capelli. Ricordi? Mentre facevamo l’amore dicevi che starmi vicino ti eccitava da morire. Ho sempre pensato che un’altra donna non avrebbe mai potuto prendere il mio posto, come un altro uomo non avrebbe mai preso il tuo. Se non tornerai e un giorno mi capiterà di innamorarmi di un uomo, forse fingerò di avere te. Lo paragonerò a te e poi, lo perderò e tornerò a cercarti, come al solito. L’ultima volta che ho baciato qualcuno è stato qualche settimana fa. Mi ha portata al mare e mi ha regalato una catenina con il mio nome. Poi ha cominciato a dire una sacco di frasi già sentite della serie: se fossi una stella saresti la più bella. Non sai che noia! Avevo solo voglia di scappare via, lontano. Voltandomi, ho visto una coppia di ragazzi stesi sulla sabbia, coperti da un asciugamano. Mi sono ricordata di quella mattina di Marzo, il mare era mosso e cominciavano a cadere le prime gocce di pioggia. In spiaggia non c’era nessuno e noi finimmo col fare l’amore dietro una barca. Non avevi parole per me, solo sguardi intensi e veri. La cosa più romantica che mi hai detto è stata durante una discussione. Lo vedi? Ricordo tutto.
Sei la donna della mia vita, ne sono ogni giorno più convinto, dissi.
Ho pianto dalla gioia e ti ho abbracciato.
Per me significava che nessuna al mondo poteva prendere il mio posto. La donna della vita di qualcuno è unica e insostituibile. La tua sono io, completamente. Il mio uomo sei tu, tutto, per intero. Potremmo mai essere di altre persone? Potremmo mai finire dentro altre braccia, altri cuori? Ho giurato che se mai accadesse, allora il nostro non è amore e quello che abbiamo vissuto non è mai stato vero.
Adesso ti chiedo solo di tornare.
Vieni in una notte d’inverno.
Chiamami.
Tornami addosso.
Amami.