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Il “Sottosuolo”, il docu-film di Sebastian Maulucci

 

di Cora Craus –

Un pubblico vivace, interessato e dialogante, in breve un pubblico feltrinelliano, “stuzzicato” dalla scrittrice e sceneggiatrice Elena Venditti ha fatto da cornice, presso la Feltrinelli di Latina, ad una nuova e molto attesa presentazione del docu-film “Sottosuolo”, di Sebastian Maulucci (Ed. DiamonD Editrice – € 12 – cofanetto dvd + libro)

“Un sottosuolo della città vista attraverso dei freaks e degli outsiders, che siano in grado di restituire l’autentico stato d’animo che ribolle nelle viscere di Latina”. Sono parole tratte dal libro, un vero “diario di bordo” che accompagna il docu-film.

“Sottosuolo” è una “spontanea” e ben costruita rappresentazione dell’atmosfera, delle aspettative, del perenne desiderio di grandi cambiamenti che aleggia su Latina e sulla sua anima più profonda, sensibile e significativa: gli artisti. Ne nasce una originale autobiografia collettiva.

Nel docu-film appare nitida la capacità di cogliere con vivacità situazioni, scenari e personaggi e il suo raccontare il paesaggio latinense in maniera fiabesca ma libero da qualsiasi retorica, da qualsiasi ammiccamento alla storia passata.

“Abbiamo deciso – scrive l’autore – di filmare Latina non con le lenti e le luci tipiche del documentario: niente realismo, al massimo, realismo fantastico quando non addirittura surrealismo. I colori dovevano essere vividi, acidi e brillanti, cieli plumbei e tramonti mozzafiato, mantenendoci sempre in bilico tra esplosione cromatica e toni cupi”.

Nel film, si alternano, senza soluzione di continuità, sia il guardare malinconico, attraverso i finestrini di un treno, alle persone a edifici a luoghi evanescenti e disfatti, sconfitti prima di cominciare a vivere, metafora di una città che fa fatica a ritrovare una sua identità. Sia momenti evocativi e struggenti. Brillano punti di trattenuta energia dove una traboccante forza espressiva degli interpreti mostra la solitudine, l’isolamento, il vuoto, la mancanza di comunicazione tra individui. E, la conseguente impossibilità “a fare squadra” in campo artistico.

“A un certo punto – annota il regista – ho ribattezzato il film chiamandolo “docufantasy”: un film documentario narrato con gli occhi di una fantasmagoria”.

Vi risuonano, almeno per noi, un caleidoscopio di echi, si respira lieve e profonda la storia del grande cinema italiano, dei grandi maestri da Pasolini a Ettore Scola da Fellini a Sorrentino che il giovane regista sembra aver letteralmente inglobato nel suo Dna.

Semplice coincidenza o magica sincronia di eventi sconosciuti? Di sicuro, il premio Oscar Paolo Sorrentino ha rappresentato un momento importante per Sebastian Maulucci, infatti, come suo assistente nel film “L’amico di famiglia”, ritorna a Latina, città che, a parte gli affetti, pensava di aver definitivamente abbandonato. La vede con occhi nuovi e matura dentro di sé l’idea di raccontarla, almeno una parte di essa.

“Sottosuolo” è un titolo molto evocativo, ma tralasciando Dostoevskij   Cos’è il sottosuolo? Se non un luogo dove si accumulano energia, forza e ricchezza: metalli, future gemme, petrolio, acqua, radici e semi. Tutto in attesa di essere scoperto e portato alla luce. Come “scoperti” e portati sotto l’intensa luce dei riflettori del successo sono i tanti talenti latinensi narrati da Sebastian Maulucci.

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista