Legalità per tutti, dalla manifestazione per la lotta alle mafie, Agnese Ranalli racconta a ED il suo punto di vista, di ragazza e di “attivista” della legalità
Di Agnese Ranalli –
Il 21 Marzo, come da ormai vent’anni, Libera si dà da fare per celebrare la Giornata della Memoria e dell’Impegno, in onore di tutti i morti innocenti caduti per volere mafioso. Non tutti sanno perchè la nota associazione di lotta alle mafie ha scelto proprio il 21 Marzo come data commemorativa. Essa sta a significare, data l’apertura alla stagione delle fioriture, il risveglio della natura associata alla primavera della verità e della giustizia sociale.
Durante la manifestazione, tenuta in diverse città italiane, vengono letti, da parte di volontari, i 900 nomi delle vittime,le quali necessitano obbligatoriamente stima e rispettabilià.
Quest’anno la città prescelta è stata Messina, ma nonostante questo, anche Latina ha dimostrato, come negli anni passati, il suo interesse e la sua voglia di gridare,per le piazze e per le strade della provincia,che la mafia non è più concessa, nè tollerata.
In prima fila eravamo presenti noi ragazzi, studenti di tutte le scuole liceali, per dimostrare,ad adulti e autorità,che è vero che i giovani hanno in mano il territorio, la cultura e le armi per combattere i mali peggiori, come quello mafioso. Anche noi, 16enni o 18enni, siamo capaci di accorgerci di cosa ci succede attorno, della gravità del susseguirsi di quegli eventi che hanno ferito la storia del passato, del presente e che, senza intervenire, continueranno a deviare il futuro. E’ risaputo che appena sentiamo la parola “futuro”, siamo i primi ad agire per la collettività. E’ così pechè non vogliamo avere impedimenti nella nostra corsa all’avvenire, e la mafia li racchiude tutti dentro di sè. Per chi ci blocca il futuro noi siamo disposti a bloccare l’intera città, ed è questo uno dei tanti cori emessi durante la commemorazione. Siamo convinti che l’arroganza di chi è sporco di delinquenza si possa combattere, nessuno può pensare di poterci ostacolare.
Con la mafia non si può convivere, non si può fare finta di niente e aspettare che le cose svaniscano da sole. Abbiamo scelto di unirci dietro uno striscione e tenere in mano bandiere o megafoni,senza aspettare qualcuno per metterci all’opera. Ci siamo documentati e interessati alla materia, provando a immaginare cosa si prova a stare nei panni di chi ha realmente perso i propri cari per capriccio di uomini capaci di ogni cosa. Personalmente credo che non sia possibile, pur volendo. Sembrerebbe da ipocriti farlo. Per questo motivo,ricordare il nome di coloro ai quali la mafia ha sottratto la vita è la strada giusta da percorrere, per non vanificare la loro concreta sofferenza. Leggere alcuni nomi al microfono, davanti a tutta quella gente è stata un’emozione unica, mi sono sentita onorata di dar voce, nel mio piccolo, a un grande movimento che sta mettendo a fuoco obiettivi tangibili.
Dobbiamo la dignità a moltissime famiglie, e con giornate come questa abbiamo capito che basta poco per farlo. Basta la legalità, basta il rispetto e basta farlo con spontaneità. Basta farlo con passione e dedizione, basta mettere in conto il dovere civile.