ED Itinerante

Quando la natura la fa da padrona, l’orizzonte è sconfinato: Manciano e le Terme di Saturnia. ED Itinerante

Di Monia Taglienti –  

Quando ci si allontana dalla routine, ciò che prende il sopravvento è sicuramente quella parte ancestrale di noi che portiamo nel cuore nella corsa frenetica di tutti i giorni e che per molti versi di giorno in giorno dimentichiamo.

Arrivo a Saturnia e ciò che mi colpisce a primo impatto è la presenza forte e costante della natura; una natura alla portata di tutti e che in questo periodo ha ancora i toni caldi dell’autunno con il brio delle temperature invernali. Le vie da percorrere per arrivare alla città delle Terme sono lunghi abbracci a boschi e prati che si perdono all’orizzonte. L’aria frizzantina mi spinge a tirar su il naso e guardare con un occhio semi chiuso e uno aperto il tetto che ho sulla testa, l’azzurro domina finché non vince il verde delle colline o il marrone delle foglie ingiallite dei pioppi e dei frassini. La vegetazione della parte di Maremma, che visito in questi giorni, è rigogliosa, lussureggiante e splendente; per arrivare al Residence in cui alloggiamo si percorre una strada che passa attraverso l’Oasi WWF di Vulci, non so per quale strano motivo, ma allo svoltare dell’auto  in questa strada ho sentito come di appartenere a questa immensa campagna. Così indisturbata e silenziosa accoglie i visitatori con la sua magia senza chiedere e senza recriminare, ma con la sola accortezza di rispettare ciò che si sta attraversando: un’oasi di 199 ettari che da Manciano confina con la provincia di Viterbo.

Mi chiedo se gli altri quando visitano posti a noi familiari hanno lo stesso stupore, io sembro una bambina al parco giochi, in perenne dedizione totale verso il paesaggio circostante. Arriviamo in una mattina con una temperatura non troppo gentile alle Cascatelle o meglio le Cascate del Mulino, le acque solfuree hanno scavato col tempo delle vere e proprie vasche nella roccia di travertino, una sopra l’altra e ora sembra che ci siano tante terrazze di acque fumanti. L’acqua bianca e ancora più spumeggiante con l’effetto del sole in completo distacco con l’azzurro terso del cielo, i 37° che raggiungono le Cascatelle sono davvero invitanti ma fa davvero troppo freddo per provare il grande salto, mi accontento di passeggiare sul canale che fuoriesce dalle “terrazze”, osservare l’acqua che scorre come volesse lavar via i brutti ricordi dell’ultima alluvione. E’ stata danneggiata parte delle Cascatelle e ancora in molte vie d’accesso alle Terme si nota la furia del maltempo di quell’ottobre scorso, chiudo gli occhi e cerco di far volare il pensiero a quanto è stato, salgono dei brividi sulla pelle ma non per il freddo, sono abbastanza coperta, è per la paura e lo sconforto che questi territori insieme ai loro abitanti hanno dovuto subire; riapro gli occhi, sento silenzio che queste acque donano e torna la pace.

La strada provinciale che porta a Manciano affonda le sue radici nella flora più selvaggia, arrivando fin quasi dentro il centro del paese, arroccato su una splendida collina del grossetano, il centro è piccolo può essere visitato con comodità e gustando un panorama mozzafiato su valli e boschi della Maremma.

Lascio alle spalle questo territorio silenzioso e magico e mi dirigo di nuovo verso il caos di tutti i giorni, penso e ripenso ad una frasi di Tolstòj letta qualche tempo fa:

Felicità è trovarsi con la natura, vederla, parlarle

 

Ed è un po’ ciò che ho fatto io in questi pochi giorni a disposizione, immersa nella vegetazione ho cercato di ritornare ad essa per sentire l’abbraccio dell’Universo.

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