Una via di fuga verso l’infinito: la Villa Imperiale di Anzio
di Monia Taglienti –
L’azzurro terso del cielo che s’incontra con il mare non lascia spazio per le parole. Il vento dolce che arriva da ponente regala brio ai pensieri che scorrono veloci verso epoche non vissute. La Villa Imperiale lascia immaginare statue ovunque, di quelle alte in marmo bianco che rievocano antiche bellezze o prodi guerrieri.
Secondo le analisi degli archeologi, la Villa ha attraversato tre fasi di costruzione: in età repubblicana, in età augustea e in età neroniana. E’ nell’ultima fase che si diede avvio ai lavori per una grande struttura curvilinea che affaccia direttamente sul mare si pensi come fosse un’importante passeggiata porticata. Forse le donne con stole candide si confidavano a vicenda sugli ultimi innamoramenti facendo una passeggiata e gli uomini alti e forti si preparavano a qualche attacco nemico. Ora, come allora, il mare regna incontrastato davanti agli occhi dei visitatori.
L’abbiamo detto la Villa è stata costruita e modificata nel tempo; nell’età tardo antonina e severiana, l’area viene stravolta radicalmente, la Villa con il suo palazzo principale ora vuole apparire come maestosa e imponente agli occhi del mare, quasi come a dominarlo. E’ immenso il patrimonio culturale di Antium che quasi si fa fatica a credere di quanto remota sia la sua origine.
A Sud s’incontra il Faro che dona una stella intermittente che si scorge anche alla luce del giorno:
“… Si,quello è il faro,
e la sua luce guida smarrimenti
sopra ai miei fogli
arrotolati sull’onda di ritorno..”
Alda Merini descrive in questi pochi versi la perfezione di questo luogo. Gli storici ipotizzano che i porticati a mare sostenessero altri porticati o serie di ambienti, forse terrazze, per un corrispondente di almeno altri due piani. Era davvero impotente la presenza dell’uomo in questo lato di costa. Più a sud dove il palazzo si congiunge a quelle che secondo gli storici sono state le Terme Imperiali. Al Terzo piano, una chiostrina con pavimentazione a mosaico regala luce ai vani sottostanti.
Tra l’Arco Muto e il Faro di Anzio ancor oggi è possibile abbracciare il mare circondati dal silenzio e dal naufragar delle onde che si scagliano a riva.
Oggi la Villa e il suo giardino prestano la scenografia a spettacoli teatrali all’aperto e al suo interno vi è un piccolo Museo che riporta alla mente l’antica storia di Antium con le ville, il porto e la marina. Faccio tesoro dell’azzurro che mi ha regalato il cielo, l’abbraccio del mare e i cenni della vita dell’epoca neroniana. Usciti dalla Villa si ha una sicurezza in più nel cuore: il passato è dove le nostre radici sono custodite ma il luogo dove queste affrontano la terra è il futuro.