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Tumore della mammella, percorso diagnostico tempestivo assistenziale nella ASL di Latina.

 

di Cora Craus –

Una intensa e coinvolgente conferenza stampa davvero “piena di contenuti” è stata presentata dal Direttore Generale dott. Giorgio Casati e dal dott. Fabio Ricci, Direttore clinico del PDTA pontina, nell’aula magna dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Il tema: “Tumore della mammella, percorso diagnostico tempestivo assistenziale nella ASL di Latina”.

Il tema ha suscitato fortemente attenzione dei numerosi colleghi presenti. Non aggiungiamo nulla di nuovo nell’affermare che l’argomento di per sé va oltre il semplice interesse giornalistico, toccando profondamente il lato umano di cui tutti, in qualche modo, ci sentiamo coinvolti.

Tra le tante ed incisive domande formulate dalla platea ci har colpito, per la sua apparente leggerezza, quella di Giovanni Del Giaccio del “Il Messaggero” che alludeva, a quello che tutti i media hanno ribattezzato “sindrome di Angelina Jolie”. Tutti, specialmente noi donne, ricordiamo quanto si è scritto e detto sulla decisione dell’attrice di sottoporsi a due mastectomie radicali come profilassi. In realtà, come hanno ben spiegato i relatori, togliendogli qualunque aurea di follia hollywoodiano, essa è un anomalia genetica, che colpisce talune persone in cui la possibilità che sviluppino un tumore alla mammella e quello ovarico supera l’80% delle possibilità e quindi non è così folle sottoporsi a questa profilassi. Ovviamente, non può considerarsi prassi comune perché la sola ricerca genetica per il momento ha costi proibitivi, questi, sì, degni di Hollywood.

Torniamo al nucleo centrale della conferenza stampa, che ha evidenziato come grazie alla Breast Unit (Centro di senologia Multidisciplinare interamente dedicato alla diagnosi e al trattamento del tumore al seno) secondo, riconosciuti studi internazionali, pubblicati da autorevoli riviste scientifiche quali “The Lancet”, una donna colpita da tumore al seno ha il 20% di possibilità in più di sconfiggere la malattia. È un dato di immensa importanza anche nel nostro territorio con i circa 350 casi diagnosticati ogni anno il tumore della mammella è la neoplasia più frequente nelle donne nella provincia di Latina (27% di tutti i tumori maligni). Malgrado importanti progressi scientifici abbiano contribuito al miglioramento delle possibilità di guarigione e della qualità di vita, questa neoplasia rimane ad elevato impatto socio sanitario.

Una particolare attenzione è stata posta all’umanizzazione delle cure e alla comunicazione tra medico e paziente. La donna è coinvolta in prima persona nelle scelte diagnostico terapeutiche: vengono infatti condivise con lei le opzioni di trattamento, tenendo conto della sua età biologica, delle caratteristiche cliniche, attraverso un processo di partecipazione informata.

Un ruolo fondamentale viene attribuito al Medico di Medicina Generale che rappresenta un punto di riferimento per la donne e un elemento di raccordo con i professionisti dell’Unità Clinica Multidisciplinare e i servizi territoriali, dalla diagnosi precoce al trattamento e al follw up della malattia.

Determinante è, inoltre, la definizione di un sistema di valutazione che attraverso indicatori multidimensionali permette di verificare l’efficacia del percorso stesso superando l’autoreferenzialità di un sistema sanitario che deve rendere conto al cittadino delle sue attività.

La complessità del percorso di diagnosi e cura del tumore della mammella rende necessario un approccio multidisciplinare ed il coinvolgimento di più strutture per prevenire il rischio di una frammentazione dell’iter assistenziale, con conseguente ripercussione dell’offerta qualitativa.

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista