L’orma del dinosauro a Rio Martino è a rischio per i lavori
di Redazione –
Negli ultimi giorni, a causa dell’inizio dei lavori di sistemazione della Foce di Rio Martino, le impronte di dinosauro scoperte su un masso del molo del canale, sono balzate agli onori della cronaca.
Le impronte, scoperte a novembre del 2014 dal fotografo Bruno Tamiozzo, il quale durante una delle sue uscite mattutine,accorgendosi casualmente della loro presenza, chiama immediatamente l’amico e geologo Stefano Panigutti che, forte di una competenza specifica maturata con una tesi di laurea sulle famose impronte di Altamura, una volta giunto sul luogo del ritrovamento conferma senza ombra di dubbio l’ipotesi dell’amico … “Impronte di dinosauro, probabilmente un specie di Teropode”.
I due scopritori segnalano immediatamente la scoperta all’equipe del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma diretta del prof. Umberto Nicosia che conferma l’attribuzione delle impronte ad un piccolo dinosauro carnivoro appartenente al gruppo dei “Teropodi”,proprio come ipotizzato dal geologo Stefano Panigutti.
Il gruppo di ricerca della Sapienza coordinato dal prof. Nicosia, composto dai ricercatori Paolo Citton, Iacopo Nicolosi, Roberto Carluccio e Marco Romano, esegue uno studio delle impronte pubblicando, qualche mese dopo la scoperta, i risultati della ricerca su importanti riviste scientifiche internazionali.
Attualmente il canale di Rio Martino è oggetto di cantiere ed i lavori di movimento terra previsti dal progetto di sistemazione della foce hanno portato al ricoprimento delle impronte con il rischio di rovinare il masso su cui sono ospitate. Giancarlo Bovina di Italia Nostra e Marco Loreti della Fondazione Zei si sono recati sul posto per valutare l’impatto dei lavori sulle impronte ed hanno segnalato il rischio alla direzione dei lavori, ignara dell’esistenza del reperto il quale è inoltre molto difficile da individuare.
Lo stesso allarme è stato lanciato dalla associazione Sempreverde a cui è seguito un articolo giornalistico.
La Soprintendenza, l’Ente Parco Nazionale del Circeo ed il Comune di Latina hanno subito preso atto del rischio e messo in campo azioni relative.
In data 18 settembre, presso la Mostra Homo Sapiens ed Habitat di San Felice Circeo, si è svolto un incontro tra la Fondazione ospitante (presieduta da Roberto Zei), Italia Nostra (Presieduta da Antonio Maggauda) e Fabio D’Achille, presidente della Commissione Cultura del Comune di Latina per discutere dell’avvenimento.
Durante la riunione è scaturita la proposta, sostenuta dal Comune di Latina, di mettere in sicurezza il masso all’interno dell’Antiquarium Civico Procoio di Latina. Il luogo sarebbe idoneo in quanto sicuro e sotto la supervisione della Soprintendenza, nonché fruibile dal pubblico.
Segnaliamo che per una adeguata musealizzazione del reperto fossile è necessario il coinvolgimento degli scopritori e dei ricercatori che hanno studiato le impronte.
Il Comune si impegna a mettere in campo tutte le iniziative volte a realizzare il suddetto proposito.
Il ritrovamento delle impronte ed i fatti di questi giorni stanno permettendo di sperimentare fattivamente l’intento di una proposta avanzata dalla Fondazione Zei e basata su una idea di Italia Nostra: realizzare un “Museo Condiviso” all’interno del Borgo di Fogliano intorno al quale potrebbero lavorare le principali associazioni naturalistiche e culturali della zona. Il Museo potrebbe essere un luogo di confronto, condivisione, didattica e comunicazione con il pubblico proprio per argomenti come questi, sul paesaggio e la storia naturale del nostro territorio.
Sedersi intorno ad un tavolo, riflettere e condividere riflessioni su questi temi, nonché proporre azioni coordinate è il senso della proposta sulle impronte e sul “Museo Condiviso” di Fogliano. Molte associazioni hanno già aderito alla proposta con l’auspicio che si possa realizzare per poter, un giorno, ospitare anche reperti come le impronte fossili di Rio Martino, all’interno di una cornice unica, qual è il Borgo di Villa Fogliano.